La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



domenica 14 settembre 2014

Valle della Loira 4: l'abbazia di Fontevrauld

Le scarne decorazioni e le pareti spoglie non attenuano la bellezza anzi, accrescono la sensazione di sontuosità dell'edificio. La luce fa risplendere le alte colonne e le eleva maestose.
Tra i molti edifici monumentali costruiti in Anjou con la pietra di tuffeau spicca per la sua solennità l'abbazia reale di Fontevrauld.
Un'imponente cittadella monastica, tra le più grandi costruite nel medioevo. Fuori dalla mura abbaziali, come un'appendice al grande convento, il paesino si raccoglie attorno ad una piazzetta animata oggi dai turisti seduti ai tavoli dei cafés.
Fondata all'inizio del XII secolo da Roberto d'Abrissel, un carismatico predicatore bretone, Fontevraud accolse monaci e monache in due conventi distinti ma contigui -coabitazione che all'epoca fu fonte di scandalo- ingrandendosi sempre più ed acquistando fama in tutta l'Europa.
Quando Roberto d'Abrissel, decise di riprendere il suo cammino di predicatore, lasciò la guida della comunità ad una badessa, la prima di una lunga successione di nobili dame e di principesse che saranno, fino alla rivoluzione, poste a capo dell'abbazia.
La storia della comunità monastica si interruppe bruscamente, con la Rivoluzione, alla fine del XVIII secolo. Destinato forse ad essere demolito, il complesso di edifici fu, paradossalmente, salvato da Napoleone, che lo trasformò in prigione. Fino al 1963, anno della soppressione, fu considerata una delle prigioni più dure di Francia.
Nelle celle di Fontevrauld passò anche lo scrittore Jean Genet che la evocò in uno dei suoi libri più duri e angoscianti, Il miracolo della rosa scritto nel 1946:
Tra tutti i penitenziari di Francia, Fontevrauld è il più inquietante. È quello che più di tutti mi ha dato un'impressione di sconforto e di desolazione, e so che i detenuti che hanno conosciuto altre prigioni hanno risentito, al solo intenderne il nome, un'emozione, una sofferenza, paragonabili alle mie. Non cercherò di chiarire l'essenza della sua potenza su di noi: che venga dal suo passato, dalle sue badesse, nobili reali di Francia, dal suo aspetto, dalle sue mura, dalla sua edera, dal passaggio dei detenuti in partenza per Caienna, detenuti più malvagi che altrove, dal suo nome, non importa, ma a tutte queste ragioni, per me se ne aggiungeva un'altra: durante il mio soggiorno al riformatorio di Mettray, esso era il santuario verso cui salivano i sogni della nostra infanzia.
Oggi le vestigia del carcere sono scomparse anche se un'esposizione ne ricorda le vicissitudini. L'abbazia trasformata in museo accoglie i visitatori ed anche un lussuoso albergo è stato aperto in uno degli edifici.
Nella navata della chiesa abbaziale quattro figure giacenti ricordano che Fontevrauld è stata la necropoli dinastica dei Plantageneti.
Qui furono sepolti Enrico II e Riccardo Cuor di Leone. Qui terminò i suoi giorni Eleonora di Aquitania, moglie del primo e madre del secondo. La scultura mortuaria la rappresenta nell'atto di leggere.
Immaginiamo la sua mano
Pronta al”giro” delle pagine, letture
Di preghiere, di salmi che Eleonora
Voleva sempre offerti ai nostri occhi
Dove sarebbe stato il poema del “nulla”
Del “puro nulla” raccolto nel libro

Che ognuno inventi un libro
Che lo confidi in pensiero a quelle mani
Che vi mediti la lezione del nulla,
Della morte terminabile, e la lettura
Sia proposta silenziosa agli occhi
Della giacente in attesa, Eleonora
Jacques Roubaud 2013

sabato 6 settembre 2014

Valle della Loira 3: le abitazioni troglodite

Il tuffeau è un calcare giallastro, tipico della valle della Loira. Assomiglia un po' al travertino e al tufo nostrano ed è stato utilizzato anche per la costruzione dei castelli.
Si estrae da cave, lunghe anche centinaia di metri e che poi sono spesso impiegate per altri scopi. Nelle gallerie infatti si coltivano i funghi, -quelli che in Italia chiamiamo champignons- ma esse servono anche da cantina o da stalla.
Lo sfruttamento del tuffeau risale almeno all'epoca romana. La pietra era utilizzata soprattutto per la costruzione di monumenti. La si estraeva soprattutto da giacimenti a cielo aperto, o da ripide pareti evidenziate dall'erosione dei fiumi
Le cave, scavate al livello del suolo sulle falesie servirono, e a volte servono tutt'ora, anche da abitazione. In questo caso la facciata è l'unica parte visibile dell'edificio anche se esistono abitazioni ibride, nelle quali la parte troglodita è completata da uno o più locali esterni.

Nell'Anjou i siti di questo tipo sono molto numerosi, alcuni abbandonati, altri attualmente trasformati in musei ma anche in lussuose residenze private o alberghiere.
Il tuffeau è in effetti un materiale dalle molte qualità: isolante termico e acustico, facile da lavorare.
Passando lungo la Loira, nei pressi di Saumur, si vedono villaggi, trogloditi affacciati sul fiume.
Altre volte però lo scavo del tuffeau è stato fatto non per sfruttare la pietra ma direttamente per ricavarne un'abitazione. E alcuni di questi siti sono meno visibili perché scavati verso il basso; sono i cosiddetti trogloditi “di pianura”.
Dall'esterno appaiono solo i comignoli e il pozzo dell'acqua che spuntano nel prato.
A Forges, una località della cittadina di Doué, a una quindicina di chilometri da Saumur, si può visitare una di queste fattorie troglodite.
Scavata nel 1830, è stata abitata per quasi un secolo da contadini che vivevano praticamente in autarchia.
Avevano creato diversi spazi di vita: abitazioni, cortile, pollaio, forno, cantina...con un ingegnoso sistema di ventilazione e di collegamento con l'esterno.
Anche se molto vicini in linea d'aria, siamo lontani anni luce dallo stile di vita dei castelli rinascimentali.
Attualmente il sito troglodita di Forges è stato ripreso da una coppia di giovani appassionati che ha l'ambizioso progetto di far conoscere e rivivere questa cultura contadina sconosciuta ai più ma che ha modelli simili in molte parti del mondo (Marocco, Tunisia, Cina). http://www.maisonstroglo.com
Tra le tante interessanti spiegazioni lette durante la visita abbiamo trovato questa citazione di Alfred de Vigny che così descrive un incontro con gli abitanti di queste originali abitazioni: Al rumore dei vostri cavalli, la testa ridente di una ragazza spunta dall'edera polverosa, imbiancata dalla polvere dello stradone. Se risalite un pendio irto di vigna, un filo di fumo vi avverte improvvisamente che un comignolo è ai vostri piedi, perché la roccia stessa è abitata e famiglie di vignaioli respirano in quei profondi sotterranei.

lunedì 1 settembre 2014

Valle della Loira 2

Brissac
Il castello di Brissac con i suoi sette piani è presentato come il più alto di Francia. Famoso per aver ospitato nel 1620 l'incontro di riconciliazione tra Maria de Medici e suo figlio Luigi XIII. È una strana costruzione, la facciata rinascimentale è in parte nascosta dai due torrioni medievali, destinati in principio ad essere demoliti. Il progetto fu però abbandonato per mancanza di fondi e il risultato anche se un po' bizzarro è sorprendente e non spiacevole.
Brissac
Il marchese di Brissac (figlio del duca omonimo e da cui erediterà il titolo alla sua morte) abita ancora qui in uno dei piani, modernizzati, del maniero. La guida che ci fa visitare il luogo mostra una certa nostalgia per i tempi fasti poi purtroppo scoppiò la Rivoluzione. Ma fortunatamente i legittimi proprietari riuscirono a recuperare la loro dimora.
Nel salone del castello le fotografie ricordano alcuni ospiti celebri: riconosciamo tra gli altri Sophia Loren. Sulle proprietà del duca si coltiva la vigna e, alla fine della visita le bottiglie di Anjou sono in vendita per i visitatori.
La valle della Loira fu territorio pregevole, giardino di Francia, bramato da molti, ma anche per questo campo di lotte e battaglie. Nel medioevo terra di confine, di guerre e di invasioni. Prima le guerre di successione per la corona d'Inghilterra, poi la guerra dei cent'anni tra Capetingi e Plantageneti per il regno di Francia.
Il fiume segnava un limite difficilmente valicabile: fino al XIX secolo tra Orleans e la foce solo quattro ponti univano le due rive. Re e signori locali fecero costruire roccaforti e castelli per difendere i loro possedimenti.
Montsoreau
Da qui partì Charles d'Anjou, fratello del re Luigi IX (il futuro San Luigi), per contestare agli Hohenstaufen il dominio dell'Italia meridionale e diventare Carlo I d'Angiò, re di Napoli, capostipite di una lunga dinastia.
I severi e austeri castelli della valle della Loira con il Rinascimento furono trasformati in lussuosi palazzi, circondati da altrettanto ricchi giardini.
Montreuil-Bellay
Per più di un secolo, tra il Quattrocento e il Cinquecento, i re di Francia si stabilirono nella regione, facendone il centro della vita politica dello Stato mentre il fiume era asse essenziale per le comunicazioni e i trasporti. Ad Amboise, ospite di Francesco I, finirà la sua vita Leonardo da Vinci.
Oggi i numerosi castelli, immagini da cartolina, formano una sorta di grande parco d'attrazione per turisti affascinati dallo splendore passato di signori e cortigiani.
Saumur