La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



venerdì 8 maggio 2015

Paolo Morelli : Racconto del fiume Sangro

I corsi d'acqua sembrano ispirare gli scrittori. Si può anche parlare di letteratura fluviale, la biblioteca comincia ad essere consistente. Tra tutti ricordiamo Claudio Magris che lungo il Danubio ha trovato lo spunto per parlarci dell'Europa, dei suoi popoli e della sua storia. Un libro magnifico che partendo dai prati delle Foresta Nera e fino al mare omonimo ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio, ci fa riflettere sul passato e sull'avvenire del continente.
Ricordiamo poi il viaggio sul Po di Paolo Rumiz, raccontato in Morimondo. Dalle Alpi fino all'Adriatico, alla scoperta della regione cuore dell'Italia ma nello stesso tempo misteriosa e sconosciuta perché osservata dalle acque di un fiume riscoperto e reinventato.
Rumiz, rispetto a Magris, restringe la focale, resta più vicino al fiume, ne scandaglia le rive e ne fotografa i singolari abitanti.
Jean-Paul Kauffmann, giornalista e scrittore francese, ha scritto un bellissimo libro Remonter la Marne. Dalla confluenza con la Senna, ha risalito a piedi i cinquecento chilometri di questo affluente che attraversa il cuore della Francia. Il corso tocca luoghi drammaticamente celebri, legati a guerre ancora vicine nel ricordo ma anche vallate prospere come quelle della Champagne. Anche lui scopre un paese inaspettato, trova un mondo che sembra lontanissimo dalla capitale dinamica e affaccendata. Negli incontri che punteggiano la sua lunga escursione, Kauffmann descrive un paese nascosto, che vive in disparte, lontano dalla modernità.
Paolo Morelli ha pubblicato nel 2013 Racconto de fiume Sangro. È la discesa, dalla sorgente alla foce del corso d'acqua che scorre tra Abruzzo e Molise. Discesa a piedi, con almeno un proposito: restare sempre il più vicino possibile al fiume. Il Sangro ha un percorso modesto, non supera i 120 chilometri, va per un tratto verso sud est per poi ripiegare decisamente verso il nord e gettarsi nell'Adriatico. Si infila tra le montagne scavando una valle a tratti molto stretta, poi via via più aperta. Fermato da dighe che ne sfruttano l'energia e formano i laghi di Barrea e poi di Bomba, riprende il suo scorrere prima timidamente, poi con più foga. Non è facile seguirne a piedi il corso. Paolo Morelli ne fa l'esperienza, tra passaggi quasi in arrampicata e altri in cui servirebbero stivali da pescatore. Senza mai dimenticare un sacchetto di plastica per raccogliere bottiglie di plastica e altre immondizie.
La particolarità del libro di Morelli rispetto agli altri citati sta nello sguardo dello scrittore. Egli osserva il fiume, ne descrive le mosse, le svolte, i cambiamenti di umore. Lo ascolta e dialoga con esso. Anche quando, a sera, si ferma per dormire non vuole staccarsene per continuare a sentirne almeno la voce. Sono pochi gli incontri lungo il percorso: qualche umano, spesso diffidente di fronte allo strano personaggio che se ne va a piedi lungo il fiume, una volpe, una cagnetta zoppicante, un branco di cani aggressivi, degli uccelli.
Più che un'avventura quello di Morelli è un viaggio intimo. Uno spunto per meditare e filosofare modestamente attorno allo sciabordare dell'acqua.
Fino alla foce: Qui finisce il discorso-fiume. Salgo sul vecchio ponte con aggetti a mare. La volpe resterà inspiegabile.
L'acqua si incontrerà con l'acqua, nell'attimo della più elevata comprensione, mi è venuto da scrivere una cosa così, a effetto ma con poco senso. Non abbiamo ancora visto l'acqua come acqua, ma sempre come qualcos'altro. Concretezza resta la parola d'ordine. Rimane il tipo di forza legato alla possibilità, quando manca qualcosa, l'imperfezione che sa fermarsi prima perché le conviene, è come un chiacchierone che ha imparato a starsi zitto. È quello che ho voluto vederci io? Certo, come ogni volta che si racconta, né più né meno.
Il fiume Sangro è un fiume come tanti altri, niente di speciale. Qui ogni momento si perde in un mare. Certo se avessi seguito un fiume più grande sarebbe stato più complicato, vuol dire che sono furbo nonostante tutto.

2 commenti:

  1. Del viaggio di Rumiz ho visto un piccolo video. Mi è piaciuto molto. Amo, del camminare, proprio la conoscenza che si fa della realtà, naturale e sociale, dei posti, ed il tempo finalmente a misura di persone. Mi piacerebbe molto provare ciò che ha fatto questo Morelli... È un riappropriarsi di conoscenza, oltre che un bel modo di usare il tempo. E sondare i propri limiti anche. Non so se leggero il libro, in questo momento mi piace più fare. Ma grazie della bella segnalazione.

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  2. Il bello del racconto di Paolo Morelli sta forse proprio nell'aspetto "modesto" (predo il termine in senso positivo) del suo viaggio. Leggendolo non si ha l'impressione che affronti un'impresa sportiva, al contrario, le pause per fumare una sigaretta sono altrettanto importanti che il tempo passato a camminare.

    Si puo' vedere il film completo del viaggio di Rumiz sul Po: https://www.youtube.com/watch?v=wLzkcXPEhnM

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