La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



mercoledì 30 marzo 2016

domenica 20 marzo 2016

Ascoli Piceno

Luca scendeva raramente dalle sue montagne, lasciando la Sibilla e i venti freddi delle creste. Preferiva vagare per quei campi sperduti dov'è più facile incontrare un lupo che un uomo. Aveva l'impressione di aver sempre vissuto lassù, all'inizio non per scelta ma a causa della circostanze. Una sosta più lunga del previsto che aveva modificato il provvisorio senza trasformarlo in definitivo ma attenuando nell'orizzonte futuro l'idea di un cammino da riprendere. All'inizio si perdeva tra quei valloni ugualmente tondeggianti e spogli. Allora, per ritrovare la via, saliva sulla cresta più vicina. Fu così che un giorno in cui si era spinto un po' più lontano, scoprì le ultime balze e poi la piana che scendeva fino al mare. Per lui la città nella valle era una macchia lontana immobile e un po' misteriosa. Non fu allora che quel mondo diverso lo attrasse. Si era abituato alla rarità degli incontri e alle parole soppesate con parsimonia. Ma un giorno, senza averlo previsto, il suo vagabondare lo portò ai limiti della cittadina. Quando si trovò a percorrere la vie dell'antico borgo scoprì un mondo sconosciuto.
Nel sole il travertino brillava e rifletteva la luce come la scena di un teatro.
Ascoli è una delle tante piccole capitali che la storia ha sparso lungo la penisola italiana.
Al limite meridionale delle Marche, vicina agli Appennini ma anche all'Adriatico, appare in effetti come un grande borgo tranquillo e allo stesso tempo vivo e animato.
I suoi abitanti sono fieri della bella Piazza del Popolo “la più bella d'Italia” la definiscono, forse non a torto.

Si passeggia tra le strade e le piazzette del centro storico, alzando lo sguardo sorpresi da eleganti facciate e scorci più modesti ma altrettanto sorprendenti.
La leggenda racconta di un picchio che accompagnava un gruppo di Sabini e che indicò loro il luogo dove installarsi. L'uccello compagno di viaggio dette il nome al popolo che lo seguiva: i Piceni.
Ascoli è un po' fuori dalla vie turistiche che attraversano la regione ed anche il viaggio dei letterati europei alla scoperta dell'Italia letta sui libri non passava da queste parti.
Si ricorda però qualche eccezione, come quella di André Gide. Lo scrittore francese raccontò la sua sosta a Ascoli, piacevolmente sorpreso dall'armonia del luogo:
“Ascoli Piceno è una tra le più belle città d'Italia, e non ne vedo altra che le assomigli. Bella come alcune città della Francia del Sud, non tanto per questo o quel monumento, ma per il suo complesso, la qualità antologica, l'incanto che viene da nulla e da tutto.”