In
una fredda e luminosa giornata di fine aprile siamo a Spello la
Splendidissima Colonia Julia, definizione
che la tradizione attribuisce a Giulio Cesare.
La
tramontana soffia sferzante e nella notte la neve ha imbiancato il
monte Subasio. La gente che passeggia tra le bancarelle del mercato
ha messo la giacca a vento.
Il
vento non è molto gradevole ma ha il vantaggio di aver spazzato le
ultime foschie, rendendo l'aria tersa e pura. Camminando lungo le
stradine che si inerpicano verso la parte alta del borgo il panorama
si allarga sui monti Martani e sui colli di Perugia.
Assisi, più a nord sulle pendici del Subasio, sembra vicinissima.
Assisi, più a nord sulle pendici del Subasio, sembra vicinissima.
A Porta Venere troviamo un gatto tartarugato, nero e rosso, che ci fa da guida. Il monumento, di origine romana è in travertino bianco ed è affiancata da due torrioni in uno schema che ricorda la porta Palatina di Torino.
Le vie sono quasi deserte, incontriamo solo qualche persona che probabilmente torna dal mercato e qualche raro turista.
I vari rifacimenti successivi sono
restati visibili e sono stati integrati nella composizione finale
apparentemente senza una logica ben precisa, scartando tutte le
regole di simmetria. Il risultano è sorprendente ma anche molto
originale.
Approfittiamo
dell'arrivo di un nutrito gruppo di preti guidati da un cicerone, per
entrare nell'edificio che normalmente è chiuso. Colpisce il baldacchino dell'altare maggiore, ssicuramente ispirato a quello del Bernini a San Pietro a Roma.La collegiata di Santa Maria Maggiore ospita la cappella Baglioni, celebre per i suoi affreschi del Pinturicchio. Entriamo, accolti da una successione di cartelli che vietano perentoriamente le fotografie anche senza flash!
Davanti alla cappella, chiusa da una vetrata, un custode batte cassa.
L'accoglienza sì sgradevole ci invita a fare dietro front.