martedì 1 gennaio 2019

Claudio Magris: Utopia e disincanto


Nel “Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere” Leopardi mostra la struggente vanità di attendere, alla fine di ogni anno, un anno più felice di quelli passati, anch’essi attesi ogni volta nella fiducia che avrebbero arrecato una felicità che invece non hanno mai portato. […]
Credere fiduciosamente nel progresso, come i positivisti dell’Ottocento, è divenuto ridicolo, ma altrettanto ottuse sono le idealizzazioni nostalgiche del passato e la magniloquente enfasi catastrofica. Le nebbie del futuro che incombe richiedono uno sguardo reso, nella sua inevitabile miopia, un po’ meno miope dall’umiltà e dall’autoironia.