Il paese si rianima nei mesi estivi o durante le feste di fine anno e resta quasi deserto per il resto del tempo.
Anche molti dei residenti vivono in realtà a valle o sulla costa e non tornano che per il fine settimana.
Solo qualche famiglia resiste, e qualche pensionato, ancora un anno, ancora un inverno, prima di decidersi per la casa di riposo, il ricovero, che accoglie ormai la maggior parte degli abitanti.
Le case si riempiono nel mese di agosto. Si riaprono porte si salutano i vicini con le frasi di rito: Quando sei tornato? Fino a quando resti?
Ma anche in queste occasioni la vita collettiva degli abitanti si svolge ormai fuori dal centro storico, nel paese nuovo. Qualche manifestazione culturale occupa ancora, di tanto in tanto, nei mesi estivi, le vecchie stradine e le piazzette ma sono eccezioni. Mercato, negozi, bar, sono tutti nella parte più recente del borgo. E una nuova « zona artigianale » ha allontanato ancora un po' le botteghe.
Non passa più Maria la bannetóra, con la sua trombetta di ottone tutta ammaccata. Annunciava gli avvisi del comune ma pure l'arrivo del pescivendolo o dell'orefice di Bussi che teneva una permanenza periodica, ricercato in occasione di battesimi o sposalizi. Maria si fermava ai crocicchi, lanciava tre squilli e declamava nell'italiano più bello. Ma poi una testa spuntava ad una porta o ad una finestra: Mari' Que e ditte?
E Maria imperturbabile ripeteva in dialetto l'annuncio.
Oggi due impavidi ristoratori hanno aperto i loro locali nel borgo. Ma la concorrenza è rude e per il viaggiatore distratto è più facile fermarsi sulla strada nuova piuttosto che cercare una tavola accogliente tra sporti e scalinate.
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