Arrivarono in quarantatrè, - dice il
resoconto giornalistico -, da Benevento. In pullman, con a bordo una
croce in metallo smontata*. Avevano portato con loro un piano di
granito, i mattoni, cemento e l'acqua (l'acqua!). Facevano parte
della Confraternita Madonna del Rosario di San Giorgio La Molara.
Era il 2003 e una furiosa polemica
aveva opposto Adel Smith, genitore musulmano che non voleva un
crocifisso nell'aula della scuola della sua bambina agli altri
abitanti di Ofena, sindaco in testa.Era diventato un caso nazionale. A Verona, mentre partecipava ad una trasmissione televisiva, Adel Smith era stato aggredito a sprangate da militanti di Forza Nuova; lo stesso Adel Smith era stato indagato per offese al Papa e alla Chiesa per aver definito la Chiesa cattolica un'associazione a delinquere*; il Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi era intervenuto per dichiarare che Il crocifisso è simbolo dei nostri valori*; l'ufficiale giudiziario incaricato dal tribunale di rimuovere il crocifisso si era rifiutato appellandosi all'obiezione di coscienza*.
Il crocifisso è restato al suo posto.
foto La Repubblica |
Questa rimarrà in ricordo dell'intolleranza di un individuo che pensava di fare rimuovere il crocifisso dalle pareti di una scuola e non vi è riuscito.*
Poco lontano in una via d'Ofena, una lapide ricorda la memoria di Giordano Bruno e Francisco Ferrer che sacrificarono la loro vita per la libertà di pensiero, vittime entrambi del rogo e del piombo clericale. (Ma questo fortunatamente nessuno lo aveva detto ai membri della Confraternita e forse il sindaco l'aveva dimenticato.)
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