lunedì 30 dicembre 2019

Alberto Caeiro, Il guardiano di greggi


Non ho mai sorvegliato greggi
Ma è come se lo facessi
Il mio animo è simile a un pastore,
Conosce il vento e il sole
E va, mano nella mano, con le stagioni,
Seguendo la propria strada, l’occhio aperto.
Tutta la pace di una Natura spopolata
Accanto a me viene a sedere.
Ma sono triste, come un tramonto è triste
Nella nostra immaginazione,
Quando il tempo sconfina, al fondo del piano
E che si sente la notte entrata
Come una farfalla dalla finestra.
Ma è appagamento la mia tristezza
Perché essa è naturale e giusta
Ed è quello che deve essere nell’animo
Quando pensa che esiste
E che delle mani colgono fiori a sua insaputa.
D’un semplice rumore di campanacci
Al di là della curva del cammino
I miei pensieri acquistano gaiezza.
Il mio solo rimpianto è di saperli contenti
Perché se non lo sapessi
Invece di essere contenti e tristi
Sarebbero gioiosi e contenti.
Pensare è scomodo come camminare sotto la pioggia
Quando il vento è più forte e sembra che la pioggia aumenti.

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