La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



martedì 21 giugno 2011

Claudio Magris: Danubio

Qui il viaggio è quello del fiume.
Fiume dalle infinite facce; panorami che cambiano attraversando l'Europa, lingue che si rispondono, che si fanno eco al di là delle frontiere erette dagli uomini ma anche scavalcando quelle naturali. Popoli che vivono vicini e che si ignorano, altri che, pur lontani, si considerano fratelli.
Fiume senza sorgente, il Danubio comincia dove due modesti corsi d'acqua della Foresta Nera, il Brigach e il Breg, si uniscono.
Attraverso dieci nazioni, cambia nome svariate volte fino al grande delta tra Romania e Ucraina. Sempre conserva l'etimologia, pare di origine indoeuropea, della parola fiume.
L'erudizione di Claudo Magris ci trasporta, tra letteratura e storia, poesia e geografia, frastornandoci a volte, ma sempre sorprendendoci, tra i mille colti richiami.
Il libro dello scrittore triestino, né saggio né romanzo, si presenta come opera di fantasia, ma si fa fatica a crederlo, tanto i personaggi e i luoghi appaiono reali.
Il pretesto per la scrittura è, spiega l'autore, l'invito a contribuzione per un colloquio universitario: L'architettura del viaggio: storia e utopia degli alberghi.
Ed è così che Magris si ritrova ad osservare la sorgente del Berg (già Danubio?) seduto su una panchine nella Selva Nera, là dove una targa indica l'inizio del grande fiume.
Sì perché la disputa è secolare, se non millenaria, per rivendicarne la fonte. E gli abitanti di Donaueschingen, là dove Brigagh e Berg si uniscono, difendono la tesi che assegna allla loro cittadina il principio del corso.
Sta di fatto che, variando i punto di partenza, anche la lunghezza del Danubio diventa variabile. Secondo che si sposi una o l'altra tesi, il mar Nero, a quasi tremila chilometri, se ne avvicina o allontana di qualche decina.
Claudi Magris fa di questo fiume il simbolo della cultura che infrange le barriere e che scorrendo attraverso mezza Europa, irriga mondi diversi ma mai conrapposti. Al contrario del Reno, emblema della Nazione, il Danubio si allunga e divaga mescolando i popoli d'Europa.
Lungo la narrazione, gli incontri si moltiplicano. Incontri reali e incontri letterari, da Baudelaire a Kafka, da Canetti a Heine.
Il libro assume l'aspetto del suo soggetto, irriga il lettore di idee e di riflessioni. Un viaggio sorprendente, ricchissimo e istruttivo, poetico, appassionato e appassionante.

1 commento:

  1. Bella recensione,Danubio mi sembra proprio un libro arricchente e appassionante. Se lo trovo in libreria lo prendo già oggi

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