La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



mercoledì 21 marzo 2012

Borgogna: il Morvan

Cesare fece allontanare il suo cavallo e quello di tutti gli ufficiali, perché tutti si trovassero in egual pericolo e non potessero fuggire, poi attaccò battaglia. I legionari scagliando i pilum da posizione più elevata, facilmente scompigliarono la falange degli Elvezi. E dopo averla scompaginata mossero all'attacco sguainando la spada.
(Cesare, De bello Gallico, I, 25.)
Bibracte, capitale degli Edui, alleati di Roma rivive nel racconto di Cesare. Fu qui che il governatore della Gallia sconfisse gli Elvezi che avevano lasciato le loro terre. 
All'epoca la regione era un crocevia importante tra i bacini di Loira, Senna, Saona e Yonne. Oggi queste terre sono isolate, ormai lontane dalle moderne vie di comunicazione.
Terra di granito e di boschi. Il Morvan, nel cuore della Borgogna è come un avamposto del Massiccio Centrale. Qui d'inverno fa freddo, piove e nevica spesso nonostante l'altitudine relativamente bassa. Laghi e laghetti, spesso artificiali raccolgono le acque del complicato bacino idrico. 
I paesini si nascondono nelle vallette, da lontano ogni volta appare per primo, tra i faggi, il campanile a guglia. Ogni tanto un vide-grenier, «svuota solai» anima le stradine con esposizioni di cianfrusaglie di ogni sorta.
Château Chinon mostra ancora con orgoglio le vestigia, più moderne, di quando il suo sindaco divenne il primo presidente socialista della quinta repubblica. Le sculture mobili di Niki de Saint Phalle sono tra queste. Mitterrand vi abitava per scherzo, non aveva nemmeno una casa e la sua residenza era all'albergo del Vieux Morvan. Ma per ringraziare il paese ha lasciato qui i doni ricevuti durante la sua presidenza. Gli appassionati possono ammirarli nell'ex convento trasformato in museo cittadino: mobili, oggetti d'oro e pietre preziose, sculture africane e tappeti...
Ma i tempi fasti sono passati, Château Chinon si è riaddormentata e vede passare solo qualche raro turista.
Passeggiare sui sentieri della regione da una sensazione, piacevole, di spaesamento. Sembra di fare un salto nel passato. Boschi, qualche campo coltivato e poi ancora boschi. Ogni tanto qualche piccola mandria al pascolo. Anche d'estate l'aria è fresca e umida. Lascia fluttuare gli odori di erbe e muschi.
 

1 commento:

  1. Bellissimo il racconto e le foto.
    Devono essere posti incantevoli!
    Grazie

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