La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



sabato 29 agosto 2020

Gran Sasso, attorno alle Veticole


Torniamo dopo molto tempo in questi luoghi. Qualche anno fa salimmo sul monte Prena. La lunga strada (quasi cinque chilometri) che si stacca dalla ex statale 17bis e che si dirige verso i ruderi della miniera di Castel del Monte, è sempre nelle stesse pessime condizioni. Più mulattiera che carrozzabile; se si vuole percorrerla in auto è meglio fare attenzione alle buche. D’altronde non ci sarebbero motivi per ripararla, il percorso non serve a nessuno, solo agli escursionisti che non avranno difficoltà a camminare un po’ più a lungo. 

Anche nei giorni di agosto più affollati (una vera e propria processione si forma ogni giorno all’assalto del Corno Grande), da queste parti regna il silenzio e gli incontri con altri camminatori sono piuttosto rari.

Non lontano dal ghiaione della Fornaca, parte il sentiero che, alzandosi sulle pendici occidentali del monte Camicia, poi fino al vado di Ferrruccio - dove ritrova il sentiero « del Centenario » - , sale sulla vetta del monte Prena. È la cosiddetta « via normale », un bel percorso QUI, non estremamente difficile ma lungo il quale qualche passaggio un po’ esposto e scivoloso, può mettere in difficoltà e richiede un’attenzione particolare.

Per chi volesse avvicinarsi alle rocce del Prena, così caratteristiche e insolite ed ammirarne i singolari scorci senza arrivare fino in vetta ma senza neanche rinunciare ad una bella camminata, il giro delle « Veticole » è una proposta da prendere in considerazione.

Le Veticole è un gran panettone erboso culminante a 2044 metri e incluso tra due larghi canaloni brecciosi, la Fornaca appunto – ad est e la Canala ad ovest. A primavera (e anche in caso di forti acquazzoni) si trasformano in impetuosi torrenti, altrimenti sono completamente a secco.

Risaliamo la Fornaca, superando le barriere artificiali in cemento. Si cammina in un ambiente completamente roccioso e arido. Il sentiero piega verso sinistra (ovest) mentre di fronte a noi un colle ospitava, tra qualche pino mugo, il bivacco Lubrano, che è stato, anni fa, spazzato via dal vento e di cui oggi non restano che le fondamenta ( nei pressi qualcuno ha costruito un riparo, con materiali di recupero). La salita sul colle è breve e facile anche se abbastanza ripida ed è una piccola deviazione rispetto al percorso previsto.

Altrimenti si può restare sul sentiero che comincia a inerpicarsi verso il passo che, a 1970 metri, separa la cima delle Veticole dal monte Prena.

Da qui si può, senza via segnata, salire a sinistra (sud) verso la cima delle Veticole da dove un magnifico panorama spazia quella piana di Campo Imperatore. A destra invece (nord), si può risalire per un tratto il sentiero che porta all’attacco della via Brancadoro (alpinistica), che sale sul monte Prena. Noi ci « accontenteremo » di ammirare da qui lo spettacolo di guglie e pinnacoli che la montagna ci offre.


Riprendiamo il sentiero che scende verso la Canala. La discesa è ghiaiosa ma non difficile. In basso incontriamo sulla destra la traccia che porta alla via dei Laghetti (altra celebre via alpinistica per la vetta del monte Prena). Una lapide in memoria di due alpinisti umbri travolti
nel 2008 da una colata di fango e acqua ci ricorda la pericolosità, soprattutto in questo ambiente roccioso, dei repentini cambiamenti atmosferici.

Continuiamo a seguire sul versante destro il fiume di ghiaia della Canala passando vicino ad un piccolo rifugio protetto da qualche albero.


La passeggiata continua poi, un po’ monotona e senza via precisa, tra i prati a sud delle Veticole fino a raggiungere in punto di partenza. (Con le pause e la salita al bivacco Lubrano: 2.30 circa).

 

1 commento:

  1. Il Monte Prena rientrava tra le escursioni che avevamo ipotizzato. Poi, un po’ a sentimento, nell’ultimo giorno della nostra settimana abruzzese, ho votato Brancastello. E il coniuge mi ha accompagnato volentieri. Un’escursione piacevole e silenziosa in cui abbiamo rimosso la processione verso il Corno Grande (fortunatamente, in quest’ultimo caso, la processione l’abbiam incontrata mentre scendevamo. La mattina presto, la salita non era stata malvagia).
    Il tuo blog ha rappresentato una preziosa guida durante il soggiorno a Castel del Monte, per le nostre visite e per le escursioni. Grazie di cuore.

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