Risalendo ad ovest verso le colline che affiancano la valle della Saona il Beaujolais diventa “Verde”. I vigneti lasciano il posto ad ampi prati sui quali mandrie di mucche, mai molto numerose, a volte qualche piccolo gregge, pascolano tranquillamente. I boschi si fanno più frequenti e, sparsi qua e là, i casolari di campagna punteggiano il paesaggio. Attraversiamo dei paesini addormentati, i negozi sono rari e raramente si incontrano pedoni. Qualche turista passeggia tra le vie altrimenti deserte.Seguiamo un percorso che ci porta a scoprire le piccole chiese romaniche, numerose da queste parti. Alcune sono al centro di minuscoli centri abitati che sembrano aggrapparsi attorno ad esse, altre sono più in disparte, un po’ isolate in mezzo ai prati. Antichissime, semplici ed essenziali, a volte non più grandi di un'umile cappella, le chiese hanno un fascino particolare. Le belle pietre dorate si scaldano al sole e quel calore contrasta con il fresco dell’interno. Un silenzio austero come l’arredo del luogo. Nella penombre, solo qualche candela accesa è là come un segno di vita. I campanili sono massicci come torrioni, coperti però da un tetto spiovente e spesso decorato da simboli arcaici. Il nostro viaggio ci porta da Vauxrenard, dove la chiesa è al centro del paesino ad Avenas dove il tempio è un po’ in disparte, tra il borgo e la strada che scende lungo le pendici della collina. Dopo qualche chilometro eccoci a Ouroux. La chiesa è più grande e, sul campanile, spicca un’emblematica stella di Davide disegnata con tegole dorate. Il significato di questo simbolo su una chiesa cristiana è tuttora un mistero. Il campanile risale al XII secolo ed è certamente la parte più antica dell’edificio.
A Saint Mamert la chiesa di Sainte Marie Madeleine è molto bella e situata in una suggestiva posizione panoramica. La parte più antica fu costruita tra il 1095 e il 1105. In passato Saint Mamert era un priorato dipendente dal non lontano monastero benedettino di Cluny. Sul versante opposto della piccola valle, si erge un’altra chiesa romanica: Saint Jean des Arrêts. Siamo quasi al confine tra la regione del Rodano e quella della Borgogna. Sembra che il nome sia una deformazione di “Laret” vocabolo che indicava una piccola collina. Qui vicino passa una delle vie che conducono a Santiago di Compostella. La chiesa di Saint Jean des Arrêts è al centro del paesino omonimo. Diventata troppo piccola per accogliere gli abitanti, fu ingrandita nel 1826 con la costruzione delle due navate laterali. Risalendo ancora verso nord, arriviamo a Trades. Qui la chiesa è stata ricostruita verso il 1850. Sempre in stile romanico, l’aspetto è semplice e armonico anche se (forse perché ne conosciamo la storia) suona un po’ falso. Trades è il paese più settentrionale della regione, anch’esso fu una dipendenza cluniacense. Il nostro “tour” si conclude a Saint Christophe la montagne. È l’ultima chiesetta visitata. La parte più antica risale al X secolo. È situata in una bella posizione ma non altrettanto bella è la facciata. Nel 1830 la chiesa, degradata, fu restaurata e due navate furono aggiunte alla pianta originale. L’abside, la parte più antica dell’edificio, domina il paese sottostante a cui, stranamente, la chiesa sembra dare le spalle.
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