La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



venerdì 16 settembre 2011

Passeggiata a Lucchio

Nelle viuzze di Lucchio non incontriamo nessuno. Solo un cane ci segue sulle scalinate di pietra. 
Un manifestino del comune avverte che una via è impraticabile per pericolo di crolli. Il campanile della chiesa è in parte coperto da piante rampicanti. 
Nel tardo pomeriggio il senso di abbandono sembra accentuarsi. Salendo verso il castello troviamo una coppia di anziani che accudisce un minuscolo orticello, saranno due metri quadri, quasi scavato tra le rocce.
Siamo nell'ultimo centro abitato della provincia di Lucca. 
L'epiteto di «Toscana nascosta» è in questo caso veramente appropriato. Salendo da Bagni di Lucca, comune di cui il borgo è frazione, si vedono, ma solo se si osserva attentamente, le antiche mura del castello sulla cresta della montagna. 
Scendendo dall'Abetone invece ci si trova di fronte ad un tratto, sotto al monte Penna, quest'immagine cartolina di un borgo in un equilibrio che sembra precario, aggrappato ad un versante così ripido da diventare proverbiale.
Il paese è quasi completamente disabitato. La stretta e tortuosa strada che sale dalla valle della Lima fino ai 670 metri del borgo non ne ha certo favorito lo sviluppo, condannandolo ad un romantico ma difficile isolamento.
Ora alcune case sono state ristrutturate ma la maggior parte rimane vuota e il tempo le sta distruggendo poco a poco.
Dell'antica rocca, costruita nell'XI secolo non resta molto. Solo qualche lembo di mura e un panorama straordinario sulla valle sottostante. 
Punto di controllo ai confini delle terre lucchesi, il castello di Lucchio ebbe in passato una grande importanza strategica. Ma poi Firenze si impadronì anche di queste montagne e la fortezza fu abbandonata. Le pietre furono utilizzate dagli abitanti del luogo per le loro case.
Le poche risorse della montagna hanno spinto i più alla partenza. In estate qualcuno torna e il circolo bar sulla piazzetta del villaggio si riempie di voci. Nel resto dell'anno solo pochi temerari, quasi come eremiti, tentano di mantenere in vita il paese e di salvarlo da un declino che sembra inesorabile.

6 commenti:

  1. Io l'ho visitato come avrai visto in Agosto erano anni che lo vedevo dalla Penna, nella prima decade di Agosto era ripopolato da tanta gente, come ho trovato ripopolati Limano e Vico. Ma sono ex abitanti che ritornano.

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  2. Buongiorno Maresco.
    Certo, ho letto il tuo messaggio.
    In effetti, come accade in molti di questi paesi, in agosto tornano a rianimarsi ma purtroppo il resto dell'anno i residenti sono sempre più rari. La mia passeggiata risale al mese di aprile.

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  3. E' sempre ambivalente il rapporto che si prova nel passeggiare in simili realtà. La stasi sociale, a immaginarvi soggiorni lunghi, pesa, ma quando ci si arriva per ripartirne poco dopo si ha davvero l'impressione di aver fatto un grande viaggio, talvolta più che quando si va lontano. Lontano infatti si ha la miopia di una cultura diversa dalla propria, esotica per definizione, mentre in quei borghi si vede una versione diversa di se stessi.

    Buon cammino.

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  4. Bell'idea.
    Sono completamente d'accordo.
    Buon cammino.

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  5. Veramente un luogo incantevole.
    Si spera solo che non scompaia del tutto.
    Adesso guarda qua:
    http://mellitorunner.blogspot.com/search/label/La%20frazione%20di%20Lollove

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  6. gradevole la passeggiata con il tuo post, viene proprio voglia di farla con le gambe ...

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