Ecco quindi che la nuova presentazione del libro fatta dall'editore Bompiani, curata da Luigi Sampietro e con la traduzione di Sergio Claudio Perroni arriva come una piccola bomba: in pratica Perroni ci dice che quello che è stato letto fino ad oggi non è il romanzo scritto da John Steinbeck.
È il quotidiano La Repubblica (09/11/2013) che per primo ha diffuso la notizia.
Certo conoscevamo l'espressione consacrata: traduttore, traditore, ma in questo caso sembra che il proverbio debba essere preso alla lettera. Non si tratta solo di qualche parola scelta male o di qualche difetto di stile; tra la versione di Carlo Coardi e quella di Carlo Perroni c'è un fossato. Alla sua uscita, nonostante fosse già stato edulcorato da una mano pudibonda, Furore fu considerato dai suoi detrattori (Prezzolini tra tutti) alla stregua un romanzo pornografico.
La polemica fu aspra tanto che nel 1942 la censura bloccò una seconda edizione del libro che fu ristampato solo nel dopoguerra ma senza modifiche. Gli attuali curatori non hanno corretto soltanto qualche scelta linguistica discutibile, restituendo a Steinbeck il suo vocabolario (anche se tutto sommato, sottolinea Perroni, nel romanzo le parolacce sono pochissime). Carlo Coardi (o chi per lui) aveva stravolto completamente il senso di certe frasi, eliminato le referenze bibliche che avrebbero suscitato il prurito degli ambienti cattolici e soprattutto tagliato completamente passaggi chiave nella narrazione.
È quindi un nuovo romanzo quello che gli italiani non anglofoni hanno oggi a disposizione. Un testo ancora più dirompente, nella cui prosa il soffio epico è permanente, interpella e scuote il lettore.
Perché io ci sarò sempre, nascosto e dappertutto. Dove c’è qualcuno che lotta per dare da mangiare, io sarò là. Dove c’è uno sbirro che picchia, io sarò là.
Facile capire perché nell'Italia clericofascista del 1940 una frase come questa dovesse sparire.
Ecco quindi che un romanzo, che già nella sua forma edulcorata è stato ammirato da generazioni di lettori, torna alla ribalta, con duplicata potenza. Un ottima notizia ma che ci invita a riflettere ancora una volta sul ruolo del traduttore.
Ottimo!!
RispondiEliminaallora DOVRO' ri-leggerlo !! grazie dell'informazione !
RispondiEliminaDi fatto non è mai stato censurato dal governo fascista e non c'erano paure da parti dei cattolici (che lo hanno sempre letto e studiato). Si traducevano moltissimi romanzi americani (vedi Vittorini). Io credo che ci sia molta più censura oggi.
RispondiEliminaInsomma, era meglio quando si stava peggio.
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