La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



domenica 1 novembre 2015

Provenza: Le Poët-Laval

Dice la leggenda che su questo villaggio c'è sempre un raggio di sole.
Luoghi ricchi di Storia, attraversati da un'eco lontana.
I muri di pietra, le stradine, le fontane nelle piazzette, i ruderi vicini, fanno riemergere tempi remoti, riempiono di voci perdute gli spazi e le viuzze.
Il toponimo viene direttamente dal latino Pogetum Vallis (monticello nella valle).
Le Poët-Laval era un'antica commenda dell'ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Il sito fu edificato nel XII secolo.
I monaci-soldati dell'Ordine -in seguito conosciuto più comunemente comme Ordine di Malta- costruirono su questo colle un castello e una chiesa.
L'ostelleria accoglieva i pellegrini di passaggio e ospitava una guarnigione pronta a partire per l'oriente. Attorno ad essa prese forma e si sviluppò un paese che prosperò per quattro secoli.
Tra il XVI e il XVII secolo Le
Poët-Laval fu preso nel turbine delle lotte cruenti tra cattolici e protestanti che ne causarono il declino e, poco a poco, l'abbandono.
Negli anni 1960 un ricco agricoltore originario del borgo comprò le parcelle ormai abbandonate e cominciò a consolidarle. Aprì un ristorante Hostellerie in ricordo della confraternita degli Ospitalieri e il paese cominciò, almeno nella stagione estiva, a rianimarsi.
Finita la stagione la case sono quasi tutte chiuse e sono pochi i passanti ad attardarsi tra le vie del borgo.
Sul dorso del colle il torrione monta ancora la guardia sulla strada sottostante mentre della chiesa non resta che uno “spaccato” come quelli che si vedono sui libri di architettura.

Nessun commento:

Posta un commento