La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



mercoledì 4 novembre 2015

Provenza: Taulignan, Grignan, Aiguebelle

Taulignan, pomeriggio di fine ottobre. Il sole è finalmente riuscito ad imporsi grazie anche al maestrale che però ora si è spento. L'aria è dolce e tra le pietre chiare del piccolo paese il blu del cielo è luminoso e alto. Basta questa luce così limpida e calda per ridipingere il paesaggio e colorarlo di tranquillità e di calma.
Tra le stradine incontriamo molti gatti, vocianti e socievoli, basta chiamarli perché vengano miagolanti come se fossimo di casa. Un ulivo ma soprattutto i bei platani adornano e imbelliscono le piazzette e i cortili delle case. Hanno lasciato al vento d'autunno già molta parte della loro chioma ma continuano a sventolare placidamente quello che resta in una bella tavolozza di sfumature gialle.

Sotto una pianta maestosa, l'ultimo tavolo ricorda le serate estive e l'aperitivo sorseggiato tra amici e con il bel colore lilla dà una nota più allegra alla piazzetta.
Le imposte celesti sono quasi tutte già chiuse forse fino alla prossima estate, ma da una delle rare finestre ancora aperte la voce di una radio scende nel silenzio del borgo.

Riprendiamo la strada tra vigne e uliveti. Quando questa comincia a salire su un colle, appare imponente, come una corona nel piano, un castello massiccio e potente.
È quello di Grignan che sovrasta il paese con la sua massa.
Molte librerie e atelier di artisti animano il borgo. Il castello è famoso, fu la destinazione delle lettere di Madame de Sevignie, nobildonna passata alla posterità, probabilmente suo malgrado, per il suo epistolario oggi considerato un classico della letteratura francese.
Madame de Sevignie finì per raggiungere la figlia in questo castello è fu qui che visse i suoi ultimi anni.

Oggi Grignan vive anche di turismo e accoglie comitive di appassionati e di curiosi che si spingono fin qui sulle tracce della celebre scrittrice.

Il borgo è piacevole e ancora animato. Una bella esposizione di fotografie installate tra le arcate di porte e finestre forse definitivamente chiuse, rievoca scene di vita quotidiana del secolo ormai passato.

Sullo sfondo spicca il Monte Ventoso che Petrarca più di tutti rese famoso con il racconto della sua celebre ascensione.

Da Grignan la strada ci porta verso l'abbazia di Aguebelle.
È abitata da una comunità di monaci trappisti. All'ingresso un laico ci spiega ciò che si può visitare (solo l'esterno perché i monaci sono in clausura).
Ma il signore ha voglia di chiacchierare e noi restiamo a lungo ad ascoltarlo. Ci spiega in dettaglio lo stile di vita della comunità, i tre pilastri della vita monastica: preghiera, lavoro e lectio divina.
Una vita intera dedicata a questi tre precetti, senza vacanze e senza
altre interruzioni. Ci informa che l'abbazia ha una statua della Madonna identica a quella di Lourdes, opera dello stesso autore e che anche qui è adorata con fervore. Ci racconta che da qui passarono alcuni dei monaci poi morti, atrocemente decapitati, a Tibhirine in Algeria nel 1996.
Un memoriale è dedicato loro e il ricordo è ancora molto presente ad Aiguebelle.

Facciamo una passeggiata attorno all'abbazia. Un torrentello scorre vicino alle mura (il nome del monastero ricorda l'abbondanza d'acqua).
La chiesa rispetta la regola benedettina, nessuna inutile decorazione sulle massiccie mura.
Una campana suona il vespro mentre le ombre della sera cominciano a scendere sul convento.

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