La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



domenica 5 febbraio 2017

Bretagna 4, l'abbazia di Beauport.

A pochi chilometri da Paimpol, sulla via verso Saint-Brieuc, è l'abbazia di Beauport, fondata all'inizio del XIII secolo dall'ordine premostratense.
Essa sviluppò la sua influenza e si arricchì di possedimenti nei secoli successivi e, come tutte le signorie costiere, integrava nelle sue proprietà il tratto di mare che la lambisce. Fu un luogo molto importante per la regione, sia dal punto politico che religioso;
da qui parte una delle vie che si dirigono verso Santiago di Compostella. 

Poi, nel corso del XVI secolo, cominciò un lungo ma inesorabile declino fino al definitivo abbandono dopo la Rivoluzione.
Nel 1992 il sito è diventato proprietà del Conservatoire du Littoral che ha restaurato e consolidato i resti degli antichi edifici.
Il luogo, a pochi metri dalla costa, nonostante il degrado dei secoli, ha conservato una parte essenziale della sua struttura.
Le mura della chiesa abbaziale sono ancora slanciate verso il cielo e servono ormai da rifugio ai numerosi uccelli di varie specie che qui vivono.
Un luogo che ispira calma e tranquillità. Un bel percorso permmette di osservare l'abbazia da punti di vista sempre diversi.
Poco lontano una diga fu costruita per proteggere lo spazio dalla maree troppo aggressive.
Dopo una piacevole passeggiata decidiamo di entrare in una creperie che dell'Abbaye ha il nome e che si trova non lontano dall'ingresso di quest'ultima. È un locale stile anni 50-60, vintage come direbbero coloro che seguono le mode.
Pareti in finto legno, tavoli verniciati di chiaro, tovaglie rosse con un sottopiatto di carta bianco. Ci sono una decina di persone e altre ne arrivano mentre siamo lì. Il proprietario-cuoco-cameriere è, in effetti, solo. Il servizio è quindi, per chi ha fretta, un po' lento.
Ma noi non abbiamo fretta. Beviamo una bottiglia di Sidro e mangiamo una galletta bretone che, a differenza delle crêpes, non ha uova nell'impasto ed è fatta con grano saraceno. La pietanza è buona e il cuoco sa anche fare una bella decorazione. Circa un'ora dopo usciamo dalla Crêperie de l'Abbaye e prendiamo il sentiero che va verso Paimpol seguendo la costa verso nord. Ritroviamo con piacere la cittadina e entriamo in un bar anche per scaldarci un po' perché la giornata è abbastanza fredda.

Nessun commento:

Posta un commento