La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



martedì 31 ottobre 2017

Borgogna : Flavigny

Flavigny, un borgo medievale situato su un colle sulla valle dell'Ozerain, un modesto fiume -
piuttosto un ruscello - che dopo un breve percorso si getta nella Brenne, ai piedi del monte Auxois.
Siamo infatti in Borgogna, non lontano da Alesia, città gallica resa celebre dalla definitiva battaglia tra Giulio Cesare e Vercingetorige nel 52 avanti Cristo.
Sviluppatosi attorno ad un'antica abbazia benedettina fondata nell'VIII secolo, il paesino di Flavigny ha conservato le sue antiche porte fortificate e molte delle case in pietra e legno tipiche della regione.
Il grigio delle massicce pietre contrasta nella luce autunnale con le calde sfumature delle piante ormai vicine al riposo invernale.
La sua struttura è labirintica, le stradine si intrecciano risalendo verso la piazzetta della chiesa.
Una storica fabbrica di caramelline continua ancora la produzione nei locali dell'antica abbazia e, quando il tempo volge al brutto, un profumo di anice nell'aria anticipa la pioggia.
In questa parte della Borgogna, tra la ricca valle della Saone, principale affluente del Rodano, e il Morvan boscoso e selvaggio, l'Auxois si distende in un dolce paesaggio di colline e di valli coltivate.

Qui le vigne si fanno rare, anzi un'unica parcella, proprio ai piedi dell'oppidum di Alesia, nel territorio di Flavigny, si riallaccia ad una tradizione secolare che era stata da tempo abbandonata a causa della fillossera. È dal 1994 che, ripiantate le vigne sulle pendici dell'Auxois si è rinato il vino di Flavigny.
Sul fianco della collina, esposti al sole, i filari cambiano colore da un giorno all'altro verso toni autunnali sempre più caldi.
Flavigny conta attualmente circa trecento abitanti, comprea la quarantina di religiosi di obbedienza tradizionalista della Fraternità sacerdotale Pio X.
Nel borgo, che è ormai repertoriato tra les plus beaux villages de France, si incontrano gruppetti di turisti, mai troppo numerosi.
Un'associazione locale cerca di animare la vita di Flavigny con iniziative culturali e ricreative. Nella domenica di fine ottobre un mercatino di prodotti regionali attira un pubblico abbastanza numeroso; una minuscola ma attraente libreria, aperta nei fine settimana è tenuta da un giovane appassionato, peraltro insegnante di canto nel conservatorio di una città lontana.
Passata però la festa domenicale il paese ritrova la sua tranquillità. Passeggiando tra le vie quello che colpisce è il silenzio. Solo l'abbaiare di un cane e il cinguettio di uccelli attenuano la calma assoluta che sembra regnare.




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