La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



sabato 18 novembre 2017

Auxerre, Borgogna.

Eccoci ad Auxerre e la città ci accoglie tra un'estate che sembra non voler finire e un autunno che è già ben presente.

Sprazzi di luce calda quando l'aria si fa dolce ed invita al farniente – come dicono i francesi -, a sedersi fuori da un café per sorseggiare un bicchiere del vino locale;
poi foschia che attenua i contorni, che si leva fluttuando dal fiume, avvolgendo le barche ormeggiate e i ponti e che spegne buonumore e spensieratezza ispirando una certa malinconia.

Siamo nel nord della Borgogna, la città è il capoluogo del dipartimento dell'Yonne; modesta città per il numero di abitanti – sono meno di trentacinquemila - ma dall'aspetto accogliente e gradevole.
La città vecchia si adagia su un largo colle e le vie salgono tra antiche case a colombage. In alto, a corona dall'abitato è la cattedrale gotica di Saint-Étienne, famosa per le sue vetrate.

Auxerre è una vecchia città, né ben costruita né con belle strade ma piacevolmente situata su un pendio di vigne e sulla riva sinistra dell'Yonne. Così la definiva un nobile viaggiatore dei secoli passati.
Oggi, almeno su questo colle, le vigne non ci sono più e bisogna allontanarsi qualche chilometro per ritrovare il pregiato Chablis ma è sempre gradevole perdersi qua e là tra le vie della città vecchia o passeggiare lungo il fiume mentre il sole scende all'orizzonte. Ripartiamo che è già notte, con un'ultima immagine di Auxerre illuminata anche da una bella luna.

Nessun commento:

Posta un commento