La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



sabato 14 maggio 2011

Paestum

Mentre i ragazzi in gita scolastica partecipano all'attività pedagogica scoprendo i primi rudimenti della ricerca archeologica il custode del sito si avvicina all'insegnante che sta osservando i suoi alunni un po' in disparte. L'uomo cerca qualcuno che possa aiutarlo. Uno dei suoi cani sta male. Ha avuto delle convulsioni e adesso, con la bava alla bocca, non riesce più ad alzarsi. Il custode è preoccupatissimo. Cerca di rassicurare il suo animale parlandogli docemente e invitandolo a bere in un secchio. Nello stesso tempo telefona ad un'amica veterinaria spiegandole la situazione. La donna parla di avvelenamento e l'uomo non sa cosa fare. Vorrebbe portare il cane in un ambulatorio ma è solo e non può abbandonare il posto. Continua a parlare all'animale cercando di calmarlo e di rassicurarlo. Il cane lo guarda chiedendo aiuto con gli occhi. L'uomo e il cane sembrano legati da un profondo affetto. L'uomo gli parla come ad un amico, cerca parole che tranquillizzino, lo sguardo dell'animale dice di capire. Poi poco a poco il cane si riprende. Si solleva sulle zampe anteriori e, dopo qualche tentativo infruttuoso, riesce a rimettersi in piedi. Beve un po' dell'acqua del secchio. L'uomo si rassicura, con un profondo sospiro di sollievo.
Si scorpre la probabile causa dell'avvelenamento: il cibo per l'animale era finito, sul prato, sopra qualche fungo tossico che il cane aveva mangiato.

Siamo a Paestum. Qualche bufala pascola in in campo vicino, sulla strada un cartello ricorda che siamo nella regione della mozzarella. Sembra siano stati i Saraceni a far venire qui gli animali, abituati alla vita nei terreni paludosi.
Per secoli questi posti sono stati abbandonati. L'acqua stagnante delle paludi, la povertà e le malattie avevano fatto fuggire gli abitanti. Fu così che si perse anche il ricordo della città di Poseidonia, fondata qui, alla foce del Sele, verso il 600 avanti Cristo dagli abitanti di Sibari, colonia greca sulle coste calabresi del golfo di Taranto. I greci non restarono a lungo; poco più di un secolo più tardi furono sconfitti dai Lucani che dominavano la regione, poi arrivarono i coloni romani.
Sarà solo dopo la metà del Settecento che si riscopriranno i templi di Paestum. Per gli intellettuali d'Europa la sorpresa fu straordinaria. Sulla pianura, sotto gli occhi di tutti, le magnifiche costruzioni fanno rivivere il cuore di una civiltà considerata all'origine di quella europea.
Non molto si è consevato della città e della sua vita quotidiana ma i templi sono là, ancora quasi completamente integri. È affascinante passeggiare vicino alle grandi e semplici colonne doriche che si levano nella campagna, con sullo sfondo i primi colli dell'Appennino.

Nessun commento:

Posta un commento