La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



domenica 19 febbraio 2012

Raiano (AQ): Eremo di San Venanzio

Poco lontano da Raiano, la strada verso Vittorito scavalca con un ponte il fiume Aterno cambiando direzione. 
Per migliaia di anni il fiume ha scavato la roccia calcarea creandosi un passaggio verso la la larga pianura alluvionale più a valle. Qui la corrente è ancora forte, tra cascatelle e orridi.
L'abbondanza di acque ha permesso lo sviluppo di un paesaggio rigoglioso, quasi un'oasi nel terreno povero e roccioso.
Queste terre erano abitate già in epoca preistorica. Nel medioevo, e anche in tempi più recenti, furono rifugio per monaci e anacoreti.
Quasi sotto il ponte è l'edificio dell'antico mulino mentre più in alto è l'eremo, a cavallo del fossato.
Anche nei giorni più caldi l'aria è fresca e umida nelle zone d'ombra.
Sul versante sinistro la montagna si eleva ripida. Le grotte, rifugio degli eremiti sono di difficile accesso. In alto uno stendardo crociato si muove nel vento.
L'eremo di San Venanzio fa oggi parte di una riserva naturale ma per gli abitanti della regione è ancora meta di pellegrinaggio. 
Là dove la roccia forma una specie di vasca, i fedeli credono di ritrovare l'impronta del santo capace di guarire dolori e malattie.
La leggenda del santo è antichissima. Venanzio sarebbe nato a Camerino, nelle Marche e perseguitato dall'imperatore Decio avrebbe trovato rifugio nelle terre di Raiano. 
L'agiografia lo dice morto martire a quindici anni, nell'anno 250 dopo aver resistito alle torture con mirabolanti miracoli. A Camerino, luogo del martirio, una basilica gli è dedicata.

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