La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



mercoledì 14 novembre 2012

Alta valle del Tirino

Come terra che bolle
Al sole bruciano i colli.
La ginestra si piega
Agitata dal vento,
Dissemina il giallo del fiore
Resiste
Per ora, nell'ultima estate.
Passa veloce una cornacchia
Retta dallo scirocco,
Nel volo immobile,
Si allontana, poi piomba nel vallone
E scompare.

Un'altra si posa,
Sulla macerina.
Dal calcare che i licheni fanno di ruggine.
Mani antiche
Hanno accatastato quelle pietre
Liberando poveri pascoli
E campi di miseria.

Sorprendente mondo e senza tempo
Rimasto uguale
Oggi, come quando Bruto Sceva
E i Vestini si battevano in questi campi polverosi.
Come quando greggi transumanti
E scarponi chiodati
Ne calpestavano la terra.

Più lontano è passato un fuoco
E ha lasciato un'impronta scura.
Brillano di verde
Come sopravvissuti ora pacati
Dopo la paura
Gli alberi fratelli.
Passa il giorno
Le ombre si dilatano e scavano le valli.
Con il sole che declina, cala il vento
Un momento di silenzio
E l'odore del modesto timo
Si spande nell'aria.
Meraviglioso mondo
Abbandonato
Duro e ostile nei lunghi inverni
Scarno ma vivo
Nella sera d'estate.

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