Salire
sulla montagna più imponente del massiccio del Gran Sasso è
un'esperienza sorprendente. Le crode e le guglie trasformano
l'Appennino: abbiamo l'impressione di ritrovare qui un angolo di
Dolomiti scivolato a sud.
Il
punto di vista di eleva, nettamente, aldilà di ogni altra cima
circostante, l'orizzonte si allarga all'infinito verso un mare
Adriatico che si vede chiaramente e un Tirreno che si intuisce.
Il
calcare delle rocce brilla al sole e quasi si confonde con le ultime
chiazze di neve che hanno resistito, protette dall'ombra.
Rivolta
verso nord, sul versante teramano, la cresta del Corno Grande
racchiude, come in uno scrigno il ghiacciaio del Calderone.
Si
continua a chiamarlo così, anche se ormai è stato declassato a
semplice nevaio: uno degli esempi, numerosi, delle conseguenze dei
cambiamenti climatici.
Una
scomparsa più o meno lenta, secondo le annate, ma che sembra
irreversibile. Il ghiacciaio più meridionale d'Europa
aveva sottratto questo «titolo» nel XX secolo al Corral del
Veleta, nella Sierra Nevada, in Spagna, quando quest'ultimo si era
estinto. Ormai sembra seguirlo sulla stessa via.
Pare
che il Calderone, così come lo vediamo oggi, sia relativamente
moderno. Un antico, grande ghiacciaio, occupava tutto il vallone che
va verso i Prati di Tivo ma, scomparso da tempo, si sarebbe riformato
solo a partire dal XV secolo.
Ne
parla De Marchi nella relazione alla sua prima celebre scalata:
Tutti
quelli che non sono stati alla cima dicano che vi è una Fontana in
cima. Dico che non vi è Fontana nessuna, ma che vi è bene un gran
vallone tra il Monte di Santo Niccola et il Corno Monte, dove sempre
vi è la nieve alta quindeci o venti piedi, e più in alcun luocho
dove la nieve e ghiaccio sta perpetuamente.
Si
arriva quassù salendo dal Rifugio Franchetti, oppure, se si arriva
da Campo Imperatore, seguendo la via
normale verso la vetta
Occidentale per poi deviare verso il passo
del cannone.
Ma
si può osservare il Calderone anche dalla cresta che sale verso la
cima.
È
uno spettacolo straordinario; non solo i colori ma anche i suoni sono
inconsueti, portati lontano dall'aria rarefatta.
Bellissime foto, spero un giorno di avere il "fiato" per arrivarci!
RispondiEliminaHo amato moltissimo la montagna, ma dal basso :-)
RispondiEliminagrazie di farci da guida, marina