La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



martedì 4 dicembre 2012

Gran Sasso d'Italia: Il ghiacciaio de Calderone

Salire sulla montagna più imponente del massiccio del Gran Sasso è un'esperienza sorprendente. Le crode e le guglie trasformano l'Appennino: abbiamo l'impressione di ritrovare qui un angolo di Dolomiti scivolato a sud.
Il punto di vista di eleva, nettamente, aldilà di ogni altra cima circostante, l'orizzonte si allarga all'infinito verso un mare Adriatico che si vede chiaramente e un Tirreno che si intuisce.
Il calcare delle rocce brilla al sole e quasi si confonde con le ultime chiazze di neve che hanno resistito, protette dall'ombra.

Rivolta verso nord, sul versante teramano, la cresta del Corno Grande racchiude, come in uno scrigno il ghiacciaio del Calderone.
Si continua a chiamarlo così, anche se ormai è stato declassato a semplice nevaio: uno degli esempi, numerosi, delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Una scomparsa più o meno lenta, secondo le annate, ma che sembra irreversibile. Il ghiacciaio più meridionale d'Europa aveva sottratto questo «titolo» nel XX secolo al Corral del Veleta, nella Sierra Nevada, in Spagna, quando quest'ultimo si era estinto. Ormai sembra seguirlo sulla stessa via.
Pare che il Calderone, così come lo vediamo oggi, sia relativamente moderno. Un antico, grande ghiacciaio, occupava tutto il vallone che va verso i Prati di Tivo ma, scomparso da tempo, si sarebbe riformato solo a partire dal XV secolo.
Ne parla De Marchi nella relazione alla sua prima celebre scalata:
Tutti quelli che non sono stati alla cima dicano che vi è una Fontana in cima. Dico che non vi è Fontana nessuna, ma che vi è bene un gran vallone tra il Monte di Santo Niccola et il Corno Monte, dove sempre vi è la nieve alta quindeci o venti piedi, e più in alcun luocho dove la nieve e ghiaccio sta perpetuamente.
Si arriva quassù salendo dal Rifugio Franchetti, oppure, se si arriva da Campo Imperatore, seguendo la via normale verso la vetta Occidentale per poi deviare verso il passo del cannone.
Ma si può osservare il Calderone anche dalla cresta che sale verso la cima.
È uno spettacolo straordinario; non solo i colori ma anche i suoni sono inconsueti, portati lontano dall'aria rarefatta.

2 commenti:

  1. Bellissime foto, spero un giorno di avere il "fiato" per arrivarci!

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  2. Ho amato moltissimo la montagna, ma dal basso :-)
    grazie di farci da guida, marina

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