La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



martedì 1 gennaio 2013

Il mare d'inverno

Le Petit Jounal era il settimanale francese che aveva ispirato la nostra Domenica del Corriere.
In copertina sempre un disegno a colori che descriveva un avvenimento importante o singolare avvenuto nel mondo.
Le Petit Jounal è anche il nome di un bar nel quale siamo entrati per riscaldarci un po'.
Gli infissi in legno sono lucidi e l'ottone del bel tavolo centrale brilla. Una parete è tappezzata con pagine di vecchi giornali ormai ingialliti, inglesi e italiani. Il Resto del Carlino annuncia la guerra con caratteri cubitali. C'è anche una prima pagina del Petit Journal del 1911: si vede una pattuglia di soldati cinesi che ferma un gruppo di profughi. La didascalia dice che scappano dalla Manciuria colpita dalla peste. Un militare con una lunga treccia che sbuca dal casco, blocca con un gesto imperioso il carro dei profughi. A fianco appare uno scorcio della Grande Muraglia.
Il bar è quasi vuoto ma dalla sala ristorante a fianco si sentono voci e risa. Il padrone discute con due amici e brinda con un bicchiere di birra. Ad un tavolinetto rotondo una coppia con un bambino mangia chiacchierando.
La giornata è ventosa e gli scrosci di pioggia sono frequenti. Nella stada qualcuno prova ad aprire l'ombrello ma il vento è troppo forte.
Le Petit Jounal è uno dei rari locali aperti. È il 25 dicembre, i negozi sono chiusi e anche i bar e i ristoranti hanno preferito abbassare le serrande.
Sul lungomare parecchia gente passeggia, imbaccuccata in sciarpe e maglioni. Molti si avventurano sul molo, fino al faro. Poco lontano è attraccata una nave, pronta a partire per l'Inghilterra. A qualche chilometro da lì parte il tunnel che attraversa il canale della Manica ma i traghetti continuano a funzionare, anche perché sono meno cari.
Il cielo è grigio ed anche il mare ha un colore metallico, di una tonalità un po' più calda: la foga delle onde rimescola la sabbia che ingiallisce l'acqua.
È da poco passato mezzogiorno ma il sole è basso. A tratti, da dietro i palazzoni che fanno barriera, qualche raggio perentorio si infila tra il mare e la spessa coltre di nuvole scure. Il faro è illuminato come davanti ad uno sfondo teatrale. Qualche raffica più violenta solleva la sabbia che colpisce come spilli.
Su un grande parcheggio una friterie, vera istituzione da queste parti, propone cartocci di patatine e salsicciotti.
Sull'immensa spiaggia due ragazzi fanno volare un cervo volante mentre un cane corre abbaiando inseguendo i gabbiani che, quando si avvicina troppo, spiccano il volo e, senza muovere le ali, si lasciano portare dalle raffiche. 
Un uomo con una giacca a vento gialla passa velocemente maneggiando due bastoncini simili a quelli da sci. Dopo qualche minuto non è che un punto colorato nel grigio tra sabbia e cielo, poi scompare.
Bray Dunes è la spiaggia più settentrionale di Francia. Le insegne sono anche in fiammingo e augurano il benvenuto ai belgi che, dal loro paese, scendono verso sud. Qui c'era la dogana ormai abbandonata. 
Le palazzine e le villette sul lungomare sono quasi tutte chiuse, solo qui e là una decorazione natalizia illumina la finestra. A qualche metro prima della frontiera Le Palais du Picon (un liquore amarognolo per «correggere» la birra) è aperto ma quasi vuoto. Un vecchio signore si muove lentamente dietro il bancone. 
Benvenuti in Francia
Di fronte, un'altra friterie aspetta fiduciosa i clienti natalizi. Una coppia di cavalieri si ferma davanti al chiosco e ordina panini con salsiccie. Il proprietario ci consiglia di aspettare il cartoccio di patatine nel bar vicino dove ce lo porterà: Je ne suis pas dépassé par les événements ci assicura.
Nel Palais du Picon una radio trasmette musica leggera e pubblicità. Un gruppo di persone, reduci da un'escursione a piedi, entra nel locale e ordina da bere.
Sono le cinque ed è ormai quasi notte. È ora di rientrare.

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