La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



martedì 10 settembre 2013

Civitella del Tronto

Il 17 marzo 1861 a Torino, il parlamento del regno sabaudo adottava la decisione del re Vittorio Emanuele II di assumere per sé e per i propri discendenti il titolo di Re d'Italia. Era la conseguenza dell'epopea garibaldina e della spedizione piemontese che avevano portato alla, ancora parziale, unificazione della penisola. Che il re conservasse l'epiteto di secondo non è un caso. Il nuovo regno ereditava dal precedente leggi e regolamenti e, soprattutto, lo Statuto Albertino, non certo un esempio di costituzione democratica (il suffragio censitario permetteva a solo il 2% della popolazione – maschile – di votare per un parlamento che tra l'altro non aveva praticamente alcun potere).

Mentre a Torino, dopo la caduta di Gaeta, si festeggiava il nuovo regno, la fortezza borbonica di Civitella del Tronto ancora resisteva. Solo tre giorni dopo, il 20 marzo, la guarnigione si arrese e l'esercito piemontese poté occupare il forte.
Sulla strada che congiunge Teramo ad Ascoli Piceno appare Civitella del Tronto allungata sulle pendici del suo colle; più in alto, sulla cresta, parallela al paese è la fortezza borbonica. Appare, quasi a mezz'aria, tra la costa adriatica e i “Monti Gemelli”, così detti per la loro evidente somiglianza: la Montagna di Campli e, più a nord la Montagna dei Fiori.

Nonostante l'estate ormai inoltrata, i prati sono ancora verdi e brillano sotto il sole.
Si entra nel paese passando sotto l'arco della porta medievale. L'antico decumano (oggi corso Mazzini) attraversa il paese in una lunga passeggiata. 
Le belle case di travertino attenuano con la loro ombra il caldo della mattinata e gli anziani abitanti ne approfittano per una pausa e una chiacchierata.

 Qua e là uno spazio si apre sul panorama sottostante da dove sale il rumore lontano di un trattore al lavoro.
Saliamo verso la fortezza alla quale ormai si può accedere con una comoda ma certo non bella scala mobile. 
Piazze e rampe si alternano per centinaia di metri. Le antiche caserme sono state in parte restaurate e occupano esposizioni artistiche. 
Da ogni lato il panorama è bellissimo. Verso sud sono il Gran Sasso e la Maiella.







4 commenti:

  1. complimenti delle bellissime immagini di civitella, un luogo che haimè non conosceso, una cosa sola ti chiedo scusa, era il 1861 all'inizio del post

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  2. Bellissimo post su un Abruzzo meraviglioso!

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  3. belle foto, mai stata a civitella del tronto.. un abruzzo vicinissimo e tutto da scoprire !! e che aria tersa !!

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