La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



mercoledì 30 aprile 2014

Gualdo Tadino

Nel 2010 Jean-Louis Accettone regista francese di origine italiana, ha dedicato un documentario all'emigrazione e più precisamente alle storie degli emigranti che hanno lasciato le montagne abruzzesi di Castel del Monte per cercare lavoro in Francia. Tra i protagonisti del film c'era Carlo che però non è mai andato all'estero. 
Una via di Gualdo Tadino
Ha fatto il carbonaio nel Lazio ed ora, ormai in pensione, vive a Castel del Monte.
Lo si incontra spesso nelle vie del paese e sulla piazza, quando saluta con la sua voce grave e il suo inconfondibile accento.
Gualdo Tadino
Nel documentario lo vediamo seduto al bar insieme a due amici intento a rievocare le esperienze passate. Carlo racconta di essere partito, in cerca di lavoro, in Umbria, “cento chilometri dopo Terni”. Quando abbiamo dovuto sottotitolare il dialogo per la versione francese del film, il passaggio ci è risultato abbastanza ostico. 
Gole della Rocchetta
Carlo parlava del posto in cui aveva vissuto, spiegando come fosse bella e rigogliosa la campagna ed evocandone il capoluogo. Nonostante i molteplici riascolti, siamo stati incapaci di capire il nome del paese, forse Ardo latino? Impossibile però ritrovare in Umbria un tale toponimo. Abbiamo allora preso un compasso e tracciato un arco di un raggio di 100 chilometri a nord di Terni.
Una frazione di Gualdo.
Ed ecco come abbiamo trovato Gualdo Tadino. Magari Carlo voleva dire altro ma non importa. Abbiamo deciso si visitare la cittadina e la sua campagna tanto bella.
Gualdo Tadino è una cittadina posta un po' in disparte sulla valle attraversata dalla via Flaminia. L'abitato si appoggia sul fianco della montagna e alle spalle si stagliano il monte Penna e la caratteristica gola della Rocchetta. 
L'ingresso della Rocca Flea.
Nella valle il paesaggio è più dolce, le colline coperte di boschetti e campi coltivati sono cosparse di borghi, di fattorie isolate e di pievi. Carlo aveva ragione, la regione è rigogliosa e ricca di frutteti.
A guardia del paese, sul punto più elevato, è la rocca Flea, legata alla figura dell'imperatore Federico II, che oggi ospita un museo con un'interessante pinacoteca.
L'ingresso del museo dell'emigrazione
Sulla piazza principale di Gualdo, passando sotto un portico, si arriva ad un altro piccolo museo, questo dedicato all'emigrazione. Attraverso testimonianze sonore, video e oggetti emblematici si è voluto render omaggio a tutti coloro che sono stati costretti anche in questa regione a partire alla ricerca di una vita migliore, ricordando però anche chi, negli ultimi anni, ha fatto il percorso inverso, venendo da paesi più poveri in Italia in cerca di lavoro.
Una berlina per il carbone venuta dal Belgio
Ecco come, in modo inaspettato, un documentario sull'emigrazione ci ha portato a visitare un museo sull'emigrazione.

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