La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



venerdì 26 giugno 2015

Gualdo Cattaneo

Da Cantalupo di Bevagna ci dirigiamo verso Torre del Colle, minuscolo e affascinante paesino circondato da possenti mura. Torre è un unico blocco di abitazioni alle quali si accede da un portico che sembra ancora pronto ad essere chiuso in caso di pericolo. Oggi il borgo accoglie poche decine di abitanti, praticamente una grande famiglia…
La strada continua a salire dolcemente fino al santuario della Madonna delle grazie.
Siamo sull'antico percorso della via Flaminia che collegava Roma a Rimini. Quella che fu un importante via di comunicazione è diventata ormai una tranquilla strada di campagna che passa tra i numerosi uliveti. La chiesa, del XV secolo, fu costruita dagli abitanti del luogo come ringraziamento per alcune guarigioni miracolose ed è ancora oggi meta di pellegrinaggio.
Il sagrato si affaccia sul territorio urbano di Bevagna che appare da qui in un bel panorama.
Continuiamo il nostro percorso sulle pendici dei monti Martani e arriviamo a Gualdo Cattaneo. Sul suo colle roccioso a 450 metri di quota, il paese controlla la valle umbra.
Non molto lontano si vede Montefalco con la sua caratteristica sagoma e più in fondo è Foligno, adagiata sul lato opposto della piana.
Il nome Gualdo è forse derivato dal longobardo wald, termine che indicava un bosco. Ma, per arrivare alla moderna denominazione si è passati anche dal latino Gualdum Captaneorum. La tradizione fa risalire l'origine del borgo al X secolo ma in realtà non ci sono conferme storiche precise.
Il paesaggio è armonioso e gradevole; attorno alla cittadina vigne e oliveti, qua e là qualche boschetto arricchisce le sfumature di verde.
La “Rocca dei Borgia”, fatta costruire dalla città di Foligno alla fine del XV secolo e così chiamata in onore dell'allora papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, disegna, con il suo torrione il caratteristico profilo di Gualdo.
Nel borgo domina il rosa dei mattoni. Arriviamo sulla piazza principale attirati da un intenso brusio.
È un gruppo di persone, forse turisti, che chiacchiera animatamente e allegramente davanti ad un bar. La struttura della piazza amplifica le voci.
Poi il gruppo si allontana che il rumore si attutisce quasi d'un colpo. Gualdo ritrova la sua tranquillità.
Passeggiamo tra le strade lastricate ammirando i begli scorci.
Ripresa la strada ci fermiamo a Castello Marcellano, che oggi è una frazione di Gualdo. In un cortile un anziano signore sta tagliando la legna con una motosega mentre una donna sgrida il suo cane che abbaia troppo.
Leggiamo su un pannello che la leggenda fa risalire la costruzione del borgo alla “Gens Marcella”, soldati della XLII legione romana che ottennero queste terre al congedo.

4 commenti:

  1. Questo blog aiuta ad affrontare la giornata con un sorriso. Anche quando l’umore non è dei migliori…
    Ricordo una splendida giornata invernale trascorsa nella pace di Bevagna. Mi riproposi di tornarci in primavera ma non ho ancora dato seguito a quel proposito. Luoghi meravigliosi. Talvolta un po’ malinconici.

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    1. Grazie!
      Che bel complimento!
      Ma il merito è soprattutto di quei bei posti, basta evocarli...

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  2. Ma è un cammino di più giorni quello che fai ? ...a Bevagna sono stata per la splendida festa delle Gaite...

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