Il Corno Grande e le vette della parte orientale del massiccio fanno da sfondo alla piana che si allunga risalendo da est verso ovest là dove una soglia a più di 2000 metri di altezza la separa dalla conca aquilana. (vedi qui)
Siamo arrivati dopo due ore di cammino percorrendo per un tratto una delle antiche vie che collegavano i due versanti degli Appennini e superando a 1900 metri il guado della montagna, il passo che, aggirando le pendici del monte Bolza porta da Castel del Monte all'altipiano. L'aria è calda e il vento come un phön attenua appena la calura del torrido mattino. La mancanza di pioggia e il lungo arido periodo hanno seccato l'erba; attorno a noi le sterminate praterie non sono che distese di paglia e solo qualche pino mugo rinverdisce il paesaggio circostante. In questi mesi d'estate il vasto altipiano è percorso da greggi e da mandrie e sembra animarsi dopo i lunghi e freddi mesi invernali. Certo, non ci sono più le migliaia di pecore che nei secoli passati popolavano il Piccolo Tibet e che facevano la ricchezza di ricche famiglie di possidenti; ormai il modello economico e cambiato mettendo fine al sistema della transumanza. Per un giorno almeno però, il cinque di agosto, i pastori sono festeggiati e il loro lavoro è riconosciuto anche se spesso le frasi dei discorsi ufficiali pronunciati dal palco suonano un po' di circostanza.
La gente circola fitta tra gli stand di prodotti del territorio: formaggi - tra cui il rinomato Canestrato di Castel del Monte - , miele della Maiella, aglio di Sulmona, prodotti in lana, zafferano di Navelli, birra artigianale aquilana.
Poco lontano, ma tenuto a doverosa distanza, è un altro mercato-fiera meno ligio ai canoni dell'aquisto etico e del prodotto artigianale e dove i venditori di porchetta affiancano paccottiglie di ogni genere.
Gli allevatori, spesso in una posa fiera e orgogliosa, si tengono a fianco degli stazzi delimitati da reti e attendono e scrutano con qualche circospezione i giudici preposti che circolano tra le bestie valutando con occhio critico e annotando con scrupolo i propri giudizi.
Diverse sono le razze esposte, dalla merinos alla gentile di Puglia alla francese berichonne du Cher.
Ti ringrazio per aver raccontato una rassegna a cui parteciparono i miei genitori qualche anno fa e che tanto stupì la mia mamma. Saranno contenti di riviverla attraverso il tuo post.
RispondiEliminaMi fa molto piacere. Grazie!
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