La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



sabato 9 giugno 2018

Montepulciano, Siena

 Zefiro già, di be' fioretti adorno,
avea de' monti tolta ogni pruina;
avea fatto al suo nido già ritorno
la stanca rondinella peregrina;
risonava la selva intorno intorno
soavemente all'ôra mattutina,
e la ingegnosa pecchia al primo albore
giva predando ora uno or altro fiore.

Angelo Poliziano, Stanze per la Giostra del Magnifico Giuliano 
Bella è la campagna in questa parte di Toscana. Dolci colline e borghi sparsi qua e là, boschetti e vigne, campi di colza dal giallo splendente e il verde argenteo degli olivi ben allineati sui pendii.
Le strade bianche serpeggiano in lontananza affiancate a tratti da cipressi. Montepulciano appare da lontano sul lungo colle che separa la val di Chiana da quella d'Orcia e già la sagoma dei suoi palazzi e dei campanili annuncia una città ricca e fiorente.
Gli etruschi e poi i romani avevano apprezzato il sito e avevano fatto del luogo un centro adeguato e prezioso per controllare le importanti vie di comunicazione sottostanti.
Più tardi il dinamismo e la ricchezza della città attirarono le mire di Perugia, Siena e Firenze, fino a quando, alla fine del XIV secolo quest'ultima prese il sopravvento.
Sono senz'altro i vigneti, produttori di un vino di qualità riconosciuta fin dal Cinquecento quando a Roma i papi bevevano il Rosso scelto e poi ai giorni nostri con il celebre Vino nobile ad aver fatto – e a fare ancora – la reputazione della città.
Arriviamo da via Calamandrei e ci fermiamo alla libreria Centofiori attirati dalla vetrina che espone un saggio sull'ironia di Giacomo Leopardi. Un libraio che espone un libro così non può essere malvagio! È il primo luogo da visitare in questa cittadina. Le librerie indipendenti sono ormai sempre più rare, bisogna essere appassionati e non solo commercianti per gestire posti simili.
E i piccoli locali di questa libreria sono una fonte di scoperte veramente inattese. Niente a che vedere con le insegne “supermercato dei libri” che ormai siamo abituati a vedere in quasi tutte le città. Risalendo verso il centro storico passiamo dalla Porta al Prato, che, fin dal Duecento, è il principale ingresso nella città. Da qui il corso attraversa con una lunga esse il cuore di Montepulciano.
Case eleganti, anche gentilizie, si succedono. Innumerevoli negozi vendono e propongono l'assaggio del vino anzi il wine tasting. Sì, perché si ha l'impressione che il pubblico da attirare sia straniero, soprattutto inglese.
Ed è l'inglese che frequentemente sentiamo parlare tra i passanti che risalgono o scendono la via centrale della cittadina.
Saliamo più in alto arrivando sulla Piazza Grande.
È considerata una delle piazze più belle d'Italia ed in effetti è veramente magnifica, un gioiello del Rinascimento, con il Palazzo comunale, il palazzo del Capitano, quelli delle famiglie Contucci e Nobili-Tarugi completamente rivestito di travertino, con un bel portico, il pozzo monumentale di Sangallo il vecchio.
All'interno del Duomo ci fermiamo davanti una Madonna col bambino del Quattrocento, fu dipinta da Sano di Pietro da Siena ed, per il posto in cui si trova è conosciuta come “La Madonna del pilastro”.
Continuiamo la nostra passeggiata scoprendo un bel panorama sulla valle sottostante. Più tardi, il sole che tramonta ci offre l'ultimo spettacolo della giornata.

2 commenti:

  1. Grazie, grazie di cuore per avermi ricondotto in una cittadina che scoprii dieci anni fa, in un giorno in cui ero troppo innamorata di quell'uomo che sarebbe divenuto mio marito per godere a pieno della città. Un posto in cui voglio tornare presto per poter veder con altri occhi ciò che allora mi sfuggì e che tu hai saputo descrivere così bene.

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  2. Che bella storia! Grazie a te per averla condivisa.

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