La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



mercoledì 20 maggio 2015

Passeggiata a Perugia

Perugia è celebre soprattutto per essere la patria del maestro di Raffaello; ma la città dovrebbe essere ancora più famosa e figurare nel catalogo di una dolce memoria come la piccola città dalla Veduta infinita. Questo luogo esiguo, tortuoso, oscuro, tenta, con un centinaio di pose vigorose, di fulminee contorsioni, di grandi effetti teatrali e altre ingenuità, di attirare la vostra attenzione e di accattivarla. La vostra coscienza, all'inizio inquieta e a disagio, perde le staffe, anche quando voltate le spalle alle vaste possibilità, o quando cinquanta muri ve le nascondono, poiché allora andrete su e giù senza sosta per le stradine, scrutando negli angoli nella speranza di cogliere una nuova veduta e di conquistarla.[…]
Perché è una miscela talmente meravigliosa di pianure verdeggianti, di fiumi scintillanti, di montagne innumerevoli, ondeggianti, qua e là costellate di paesi grigio chiaro, che, situati come voi siete, per parlare sommariamente, al centro dell'Italia, abbracciate interamente, salvo i limiti, della divina penisola da un mare all'altro. Risalendo la lunga prospettiva del Tevere, vedete quasi Roma, passando da Assisi, Spello, Foligno, Spoleto arroccate sui loro rispettivi colli, brillanti nella foschia viola.*
Henry James racconta il suo soggiorno a Perugia nel libro Ore italiane. Nella sua descrizione confonde un po' le valli... ma non importa. Ci fa capire qual è il segreto del fascino di Perugia: perdersi nelle sue stradine e all'improvviso sbucare du un panorama che si allarga all'orizzonte.
Seguiamo il consiglio che lo scrittore ci dà, consiglio ricordato oggi anche in una guida turistica:
Forse farò un favore al lettore dicendogli come dovrà trascorrere una settimana a Perugia. La sua prima cura sarà di non aver fretta, di camminare dappertutto molto lentamente e senza meta e di attribuire un significato esoterico a quasi tutto quello che i suoi occhi incontreranno.*
Un buon consiglio, e la città è ancora oggi ideale per la passeggiata. Poche automobili nel suo centro storico. Corso Vannucci è affollato fino a sera, dalla cattedrale a piazza Italia i perugini si mischiano ai turisti e ai numerosi studenti allineando le “vasche” in un chiacchiericcio continuo. Ma basta allontanarsi qualche passo dal “salotto buono” della città per ritrovarsi tra stradine medievali nelle quali i turisti si fanno più rari. Le case sono alte e le vie strette; il sole stenta ad arrivare fino in basso e nei punti più ombrosi un tenue ma non sgradevole odore di muffa e di stantio si diffonde nell'aria. Modesti negozi ma anche, più raro, qualche locale più pretenzioso si aprono negli antichi palazzi un po' decrepiti.
Associazioni di cittadini si mobilitano per far vivere e per fermare il declino di questi quartieri del centro storico, abbandonati negli anni passati da molti abitanti alla ricerca di abitazioni più moderne. Il borgo Sant'Antonio è ormai nell'associazione dei “Borghi più belli d'Italia” e le animazioni culturali o festive cercano di ricreare un clima più conviviale e di valorizzarne le bellezze.
Scorci e piazzette si alternano tra le vie che salgono e scendono seguendo le curve del colle sul quale la città fu costruita. Ogni tanto, da un'apertura, appare la campagna sottostante, più lontano i monti, con il Subasio in primo piano.
Ritorniamo verso il centro e ci fermiamo in via Rocchi in una libreria “L'altra libreria”. Una bella scoperta, ricca di buoni libri e lontana dai grandi negozi di cultura “e altro”.
*Henry James: Ore italiane




Nessun commento:

Posta un commento