mercoledì 20 maggio 2015
Passeggiata a Perugia
Perugia
è celebre soprattutto per essere la patria del maestro di Raffaello;
ma la città dovrebbe essere ancora più famosa e figurare nel
catalogo di una dolce memoria come la piccola città dalla Veduta
infinita. Questo luogo esiguo, tortuoso, oscuro, tenta, con un
centinaio di pose vigorose, di fulminee contorsioni, di grandi
effetti teatrali e altre ingenuità, di attirare la vostra attenzione
e di accattivarla. La vostra coscienza, all'inizio inquieta e a
disagio, perde le staffe, anche quando voltate le spalle alle vaste
possibilità, o quando cinquanta muri ve le nascondono, poiché
allora andrete su e giù senza sosta per le stradine, scrutando negli
angoli nella speranza di cogliere una nuova veduta e di
conquistarla.[…]
Perché
è una miscela talmente meravigliosa di pianure verdeggianti, di
fiumi scintillanti, di montagne innumerevoli, ondeggianti, qua e là
costellate di paesi grigio chiaro, che, situati come voi siete, per
parlare sommariamente, al centro dell'Italia, abbracciate
interamente, salvo i limiti, della divina penisola da un mare
all'altro. Risalendo la lunga prospettiva del Tevere, vedete quasi
Roma, passando da Assisi, Spello, Foligno, Spoleto arroccate sui loro
rispettivi colli, brillanti nella foschia viola.*
Henry
James racconta il suo soggiorno a Perugia nel libro Ore italiane.
Nella sua descrizione confonde un po' le valli... ma non importa.
Ci fa capire qual è il segreto del fascino di Perugia: perdersi
nelle sue stradine e all'improvviso sbucare du un panorama che si
allarga all'orizzonte.
Seguiamo
il consiglio che lo scrittore ci dà, consiglio ricordato oggi anche
in una guida turistica:
Forse
farò un favore al lettore dicendogli come dovrà trascorrere una
settimana a Perugia. La sua prima cura sarà di non aver fretta, di
camminare dappertutto molto lentamente e senza meta e di attribuire
un significato esoterico a quasi tutto quello che i suoi occhi
incontreranno.*
Un
buon consiglio, e la città è ancora oggi ideale per la passeggiata.
Poche automobili nel suo centro storico. Corso Vannucci è affollato
fino a sera, dalla cattedrale a piazza Italia i perugini si mischiano
ai turisti e ai numerosi studenti allineando le “vasche” in un
chiacchiericcio continuo. Ma basta allontanarsi qualche passo dal
“salotto buono” della città per ritrovarsi tra stradine
medievali nelle quali i turisti si fanno più rari. Le case sono alte
e le vie strette; il sole stenta ad arrivare fino in basso e nei
punti più ombrosi un tenue ma non sgradevole odore di muffa e di
stantio si diffonde nell'aria. Modesti negozi ma anche, più raro,
qualche locale più pretenzioso si aprono negli antichi palazzi un
po' decrepiti.
Associazioni
di cittadini si mobilitano per far vivere e per fermare il declino di
questi quartieri del centro storico, abbandonati negli anni passati
da molti abitanti alla ricerca di abitazioni più moderne. Il borgo
Sant'Antonio è ormai nell'associazione dei “Borghi più belli
d'Italia” e le animazioni culturali o festive cercano di ricreare
un clima più conviviale e di valorizzarne le bellezze.
Scorci
e piazzette si alternano tra le vie che salgono e scendono seguendo
le curve del colle sul quale la città fu costruita. Ogni tanto, da
un'apertura, appare la campagna sottostante, più lontano i monti,
con il Subasio in primo piano.
Ritorniamo
verso il centro e ci fermiamo in via Rocchi in una libreria “L'altra
libreria”. Una bella scoperta, ricca di buoni libri e lontana dai
grandi negozi di cultura “e altro”.
*Henry James: Ore italiane
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