La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



domenica 23 ottobre 2016

Santuario di San Domenico a Villalago

San Domenico, apprestandosi a partire per fondare altri cenobi, donò, cavandoselo, un dente molare, raccomandando di ben custodirlo per guarire dalla rabbia, dal veleno di qualsiasi animale e dal dolore di denti.
Così, in uno scritto dell'inizio degli inizi del Novecento, racconta la scena Giuseppe Celidonio, sacerdote originario di Scanno appassionato di storia locale.

In una vecchia stampa vediamo San Domenico con un mulo, pronto alla partenza. Davanti a lui sono tre serpenti e tre notabili di Villalago; in secondo piano è il santuario, riconoscibile dalla sua bifora. I personaggi si trovano dove oggi c'è il lago.

Ancora oggi, i villalaghesi, ma anche gli abitanti dei dintorni e quelli del più lontano Molise, venerano di un culto particolare la figura e le reliquie di San Domenico soprattutto il 22 agosto quando scendono in processione dal paese fino all'eremo.

È risalendo la valle del Sagittario, all'uscita dalle gole, un paio di chilometri prima di Villalago che si incontra il lago di San Domenico. Fu nel 1929, per permettere l'elettrificazione della linea ferroviaria Sulmona Pescara, che le Ferrovie dello Stato realizzarono qui uno sbarramento e una condotta forzata capace di produrre, più a valle, l'energia elettrica necessaria.
Il lago ha evidentemente trasformato la geografia del luogo, rendendolo probabilmente ancora più ameno e gradevole.
Il nome del lago è un omaggio a Domenico, abate benedettino che, secondo la tradizione, attorno all'anno Mille, si sarebbe ritirato qui in preghiera in una grotta.

Nel Cinquecento si costruì probabilmente la prima chiesetta adiacente a quello che era stato il ricovero dell'eremita, il primo edificio fu poi rimaneggiato nei secoli successivi.
Con la costruzione della diga, l'edificio si è ritrovato sulla riva del lago.
Un ponte lo collega alla strada maestra mentre un sentiero sale direttamente al borgo di Villalago, posto più in alto sulla montagna.

Dietro la chiesetta, una scala scavata nella pietra porta alla grotta.
A sinistra quello che assomiglia ad una tomba è il giaciglio che, secondo la tradizione, era usato da Domenico per riposarsi.
Vicino al santuario gli abitanti dei dintorni vengono per la scampagnata.
Una spiaggetta permette di prendere il sole in riva al lago.

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