La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



venerdì 28 ottobre 2016

Scanno

Ultima tappa della nostra escursione risalendo il Sagittario. A Villalago la valle si allarga, l'altitudine fa l'aria più tersa e il sole fa brillare i boschi, tra il verde più chiaro dei faggi e quello dei pini. Un altro lago, più esteso, dopo quello di San Domenico. Di forma più arrotondata questo è di origine naturale, formatosi quando, nell'antichità, una frana si staccò dal monte Genziana e bloccò la valle. Il lago si trova per due terzi nel territorio comunale di Villalago ma è Scanno, il paese più in alto che gli ha dato il nome. Ed eccoci quindi in questo paese, ricco di superlativi, la perla d'Abruzzo nelle guide turistiche.
Il borgo medievale sviluppatosi sulle pendici del monte si è arricchito nei secoli successivi grazie al fiorente commercio della lana (pare che nel Settecento ci fossero più di 150000 ovini). Palazzotti signorili, logge, balconi e portoni di stile barocco, belle fontane monumentali decorano qua e là le vie a scalinata.
Sullo sfondo, magari nella prospettiva di un vicolo che scende verso la valle, un sipario di boschi.
La ricchezza di un tempo è probabilmente per molti ormai solo un ricordo ma l'aspetto un po' decrepito degli edifici ne accentua il fascino.
Molti fotografi hanno immortalato gli scorci e gli abitanti di Scanno,
basti ricordare Henri Cartier-Bresson, Gianni Berengo Gardin o Mario Giacomelli il cui Bambino di Scanno fa parte della collezione del Museo di arte moderna di New York.
Sono probabilmente loro ad aver contribuito maggiormente alla notorietà del borgo abruzzese nel mondo.
Non c'è dubbio infatti che Scanno rappresenta nell'immaginario collettivo in qualche sorta l'archetipo del borgo montano degli Abruzzi.
Ma è anche il perdurare delle tradizioni come lo sfoggio del costume tradizionale, ricco di accenti orientali, che le donne portavano ancora qualche decennio fa o la presenza di artigiani rinomati (basti pensare agli orafi) ad attirare molti turisti e viaggiatori.
Circondato dai boschi dei monti Marsicani, il paese ha saputo, nonostante lo sviluppo del turismo, conservare l'integrità del suo centro storico.
Le vie e le scalinate sono animate, negozi e botteghe sono aperti qua e là.

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