Se
la mia salute fosse migliorata e se i miei genitori mi avessero
permesso, se non di andare a soggiornare a Balbec, almeno di prendere
una volta, per fare conoscenza con l'architettura e i paesaggi di
Normandia o di Bretagna, il treno dell'una e venti sul quale ero
salito tante volte con la
mia immaginazione, avrei voluto fermarmi
nelle città più belle; ma per quanto le paragonassi, come scegliere
più che tra esseri individuali, che non sono intercambiabili, tra
Bayeux così alta nel suo nobile merletto rossastro e il cui culmine
era illuminato dall'oro antico della sua ultima sillaba...
Marcel Proust Dalla parte di Swann
Bayeux
è una delle poche cittadine del dipartimento del Calvados ad essere
stata risparmiata dai bombardamenti alleati durante lo sbarco del
1944.
L'operazione Overlord,
il nome in codice della battaglia di Normandia, la liberò
rapidamente dall'occupazione tedesca e, probabilmente proprio per
questo, la città restò intatta e poté conservare i suoi quartieri
medievali e i suoi monumenti.
A
meno di dieci chilometri dalla costa, la città è
stata nel passato un
centro importante; fondata
nel I secolo a.C., in epoca gallo romana, fu sede
episcopale fin dal IV secolo
e ancora oggi la sua imponente cattedrale testimonia dell'importanza
del sito.
Bayeux perse il suo ruolo centrale nel XI secolo, quando
Guglielmo il conquistatore decise di trasferire la
capitale del suo ducato a Caen ma fu proprio a quest'epoca che si
costruì la nuova cattedrale, consacrata infatti nel 1077.
Oggi
Bayeux è una delle più belle cittadine di Normandia. La pietra
domina nelle costruzioni del centro storico mentre rare sono le case
a graticcio, più numerose in
altri centri della regione.
Bayeux
atttrae i turisti soprattutto per L'arazzo della regina
Matilde, una lunga tela di una
settantina di metri che racconta le tappe dell'epopea che portò i
normanni alla conquista dell'Inghilterra. In realtà
non si tratta di un arazzo ma
piuttosto di un tessuto ricamato a tamburello e, per essere ancora
più puntigliosi, molto
probabilmente non fu la
regina Matilde, moglie di
Guglielmo a far realizzare l'opera.
L'arazzo
veniva esposto nella navata centrale della cattedrale, da una colonna
all'altra, in modo da fare il giro completo della chiesa.
Vero e
proprio manifesto di propaganda, mette il risalto l'eroismo
dell'esercito normanno e soprattutto quello del suo condottiero.
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