La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



mercoledì 14 giugno 2017

Normandia, il Perugino a Caen


Caen ci accoglie in una bella giornata di sole con i suoi larghi spazi e i suoi corsi rettilinei.
Durante la battaglia di Normandia, nel 1944, la città si trovò sulla linea di fronte e subì molti danni.
La ricostruzione fu fatta con una certa coerenza e utilizzando una pietra estratta nella regione la pierre de Caen, la stessa che era servita alla costruzione degli edifici cittadini fin dall'XI secolo. Anche per questo l'insieme non stona anzi mostra una certa armonia.

Una parte del complesso dell'”Abbazia degli uomini” è oggi sede del comune. L'edificio si trova ad ovest del centro cittadino mentre ad est è l'Abbaye aux dames, istituto religioso destinato alle donne e oggi sede del Consiglio regionale.
Le due abbazie furono fatte costruire da Guglielmo, duca di Normandia per evitare la scomunica papale (minacciata, sembra, a causa di un legame di consanguinità tra il duca e la sua sposa Matilde di Fiandra). Nelle due chiese abbaziali si trovano le tombe di Matilde e di Guglielmo.

Caen è una delle più antiche sedi universitarie di Francia. Centro culturale importante che ancora oggi accoglie un numero considerevole di librerie indipendenti.

Molta animazione nei quartieri del centro; in rue Saint Pierre i commercianti hanno esposto i loro prodotti sulla strada.

Nel centro cittadino, su una leggera elevazione, è anche il castello ducale, anch'esso fondato da Guglielmo il conquistatore nell'XI secolo.
Dopo essere stato modificato e ristrutturatone nel corso dei secoli – fu per qualche tempo anche caserma e poi prigione – il castello cadde in rovina e oggi restano solo le imponenti mura e il torrione.
Nello spazio interno alla cinta muraria è stato costruito il museo di Normandia.
Esposta in un negozio vediamo la riproduzione di un celebre dipinto del Perugino: Lo sposalizio della Vergine. Scopriamo così che il famoso dipinto è esposto nel museo vicino. Fu Napoleone a confiscare la pala d'altare e a donarla ad un suo zio cardinale. Dopo essere stato venduto ad un libraio di Caen, il dipinto fu ceduto da quest'ultimo al museo cittadino. E qui restò malgrado i tentativi del comune di Perugia di riaverlo.

È un'opera veramente magnifica, intrisa nella sua composizione di razionalismo rinascimentale. Un edificio ideale a pianta ottogonale (rappresenta il tempio di Gerusalemme) si trova al vertice di una breve scalinata.
A destra e a sinistra è uno spazio naturale con colline e alberi che aggiungono profondità alla prospettiva. Gruppetti di personaggi discutono in pose animate.
In primo piano, a destra e a sinistra dal sacerdote sono Giuseppe e Maria, con il loro seguito. Belli e luminosi sono i colori degli abiti e vivo è il drappeggio. La composizione rispetta quasi scrupolosamente la simmetria dello spazio, sottolineata poi dal disegno del pavimento.
Il dipinto, realizzato nel 1501 per una cappella del duomo di Perugia ispirò anche Raffaello che, nel 1504 ne realizzò uno, sullo stesso tema che, con le evidenti differenze, è praticamente una variazione interpretativa di quello del Perugino.



Nessun commento:

Posta un commento