Leggende a parte, il sagrantino è un vitigno legato alla sua terra. Sulle colline della valle umbra, attorno a Montefalco condivide con gli oliveti la bella campagna.
sabato 31 dicembre 2011
Bevagna: Valle Tamantina
La bottiglia di Sagrantino è come una cartolina dell'estate. Un vino nobile, ricco di profumi e sapori, tra tutti quell'inconfondibile gusto di amarene mature come cadute a terra e che da essa prenderebbero gli umori.
Il sagrantino è un piccolo gioiello cresciuto tra le colline dell'Umbria. Vitigno che ispira le leggende. Lo si dice arrivato nell'antichità dalla Grecia, descritto, sotto il nome di Itriola da Plinio il Vecchio.
C'è chi lo dice venuto dall'Asia Minore, nella bisaccia di un francescano sulla strada di casa, chi ne fa risalire il nome ai sacramenti perché, come passito, è utilizzato durante l'eucarestia.
E c'è anche chi ha voluto riconoscere una bottiglia di sagrantino sulla tavola imbandita del cavaliere di Celano dipinta da Benozzo Gozzoli nella chiesa di San Francesco a Montefalco.
Leggende a parte, il sagrantino è un vitigno legato alla sua terra. Sulle colline della valle umbra, attorno a Montefalco condivide con gli oliveti la bella campagna.
Ma non basta una buona terra per fare un buon vino. Bisogna saperlo allevare come dicono i francesi.
Noi l'abbiamo incontrato nelle terre di Bevagna risalendo sui colli dal piccolo borgo di Cantalupo.
È qui che abbiamo conosciuto Agostino, Argentina e la loro figlia Laura.
La loro casa è un magnifico balcone sulla valle tra Assisi e Foligno. Nelle loro terre si producono farro e cicerchia, ceci e lenticchie, olive e appunto, uva. L'olio e il vino sono la loro specialità. Ne sono fieri e hanno ragione di esserlo. Cose fatte con passione, di cui si è soddisfatti perché sono buone e non solo perché si vendono bene.
Ad un paio di chilometri dalla casa, nascosto in una valletta circondata dal bosco, è il loro agriturismo della valle Tamantina. Un antico casolare è stato ristrutturato e accoglie il turista in cerca tranquillità. Si è accolti con un bicchiere del buon vino del posto. Agostino ha preparato un orticello nel quale, nella buona stagione, gli ospiti possono rifornirsi di verdure.
Nelle serate estive ci si siede sull'uscio della casa. Solo gli uccelli e il fruscio del vento che si infila nel bosco rompono il silenzio.
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