La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



venerdì 23 novembre 2012

Bernard Ollivier: La lunga marcia


Bernard Ollivier è puntiglioso al limite della mania.
Ha deciso di percorrere a piedi l'antica via della seta, partendo da Istambul e dirigendosi verso l'oriente. Vuole fare il percorso a piedi e quando è costretto, per cause di forza maggiore, ad accettare un passaggio, il giorno dopo torna indietro e riprende la sua marcia esattamente dal punto in cui l'aveva interrotta.
Il viaggio verso la Cina è stato preparato da una prima lunga camminata che da Parigi lo ha portato a Santiago di Compostella. Più di 2300 chilometri sulle traccie dei pellegrini che, fin dal medioevo, per devozione o per scommessa personale si recano sulla tomba di San Giacomo.
Ollivier ha dunque alle spalle un sostanzioso allenamento ma per la sua nuova avventura le condizioni saranno ben più difficili. Non più le tranquille campagne francesi e spagnole ma un mondo a lui sconosciuto, spesso scosso da conflitti, da tensioni politiche, sociali, economiche.
Sul treno che lo porta verso Istambul, dove ha deciso di stabilire il punto di partenza della sua lunghissima camminata, Ollivier riflette e rimugina sul senso della sua impresa. In molti, familiari e amici, hanno tentato di dissuaderlo: ha più di sessant'anni, sono avventure che mal si adattano ad una persona sulla soglia della vecchiaia: Mai come in questo momento, di fronte alla notte nera, ho dubitato della riuscita del moi progetto.
È in seguito ad un periodo di crisi personale che l'ex giornalista ha deciso di mettersi in cammino. Arrivato all'età della pensione è rimasto solo, dopo la morte della moglie, i figli ormai adulti, una vita professionale ormai terminata. Decide di mettersi in cammino per sfuggire al senso di depressione che cominciava ad angustiarlo.
Siamo nel 1999, il millennio è al termine. Per Ollivier è l'inizio di un lungo viaggio che, in quattro tappe, lo porterà dalle porte dell'Europa alla Cina.
Attraversare l'Anatolia è la prima impresa. Tremila chilometri di marcia, attraverso lande desolate, su strade sconosciute, sotto un sole cocente. Ogni incontro può trasformarsi in festa o in pericolo. I terribili cani da pastore kangals ma anche i jandarmas (gendarmi turchi) o i banditi pronti ad aggredirlo mettono a dura prova la sua resistenza. Sono però gli incontri di persone accoglienti e amichevoli, spesso dalle straordinarie risorse che, superando la barriera della lingua, lo ricaricano e danno un senso alla sua prova.
Il viaggiatore impara poco a poco a spogliarsi del superfluo. Camminare con uno zaino per chilometri in un paese sconosciuto fa sentire il peso di ogni oggetto, fino ad allora considerato indispensabile ma che in realtà non lo è; fa apprezzare il cibo quando, dopo giorni di privazioni, la pietanza, un po' più elaborata, diventa una prelibatezza; fa capire l'importanza di un incontro dopo ore e ore di solitudine.
Si è potuto osservare, soprattutto nei pellegrini, che quando si raggiunge la media di trenta chilometri al giorno, l'allenamento fisico neutralizza la percezione del corpo. In quasi tutte le religioni, la tradizione del pellegrinaggio ha come obiettivo essenziale, attraverso il lavoro dell'essere fisico, l'elevazione dell'anima: i piedi sul suolo, ma la testa vicino a Dio. Da qui l'aspetto intellettuale del camminare che i beoti non sospettano.
La prima tappa si concluderà in modo forzato: una malattia lo costringerà a tornare a casa per curarsi. Il viaggio però, alla frontiera tra Turchia e Iran, è solo interrotto e, l'anno seguente, Bernard Ollivier ritroverà la forza e la motivazione per riprenderlo, esattamente dal punto in cui era arrivato, in direzione di Samarcanda.
Deserti, montagne, villaggi perduti, popoli dai modi di vita sconosciuti e dai codici sociali differenti. Il cammino è una scoperta continua, nel bene e nel male: la via della seta di cui parlano i libri non esiste più, qualche caravanserraglio spesso ridotto a rovina è la sola testimonianza rimasta di quell'epopea. Spesso il mondo moderno è arrivato solo con i suoi aspetti negativi: inquinamento, armi, conflitti.
L'ultima tappa è la più difficile. Attraverso la Cina, il camminatore è sempre più solo. Gli incontri sono rari e sempre più all'insegna del commercio che dell'amicizia: In Asia centrale camminavo tra amici. Eccomi ormai a casa di fornitori.
La motivazione che lo aveva messo in cammino comincia a scemare e il morale è sempre più basso.
In quest'ultimo lungo tratto attraverso le immense pianure cinesi, il viaggio di scoperta e di incontro sembra cambiare senso, si trasforma in un atto di volontà, una sfida personale: Camminare, accamparsi, mangiare, dormire, poi camminare ancora, questo è adesso il mio viaggio. La voglia di abbandonare è spesso molto forte: Come occupare lo spirito in questo vuoto cosmico, in mezzo al nulla, in cui niente attira il moi interesse? Il racconto di Ollivier si fa più introspettivo, la curiosità per il mondo circostante lascia il posto ad un esame personale, ad una ricerca in se stesso del senso del suo agire.
Ollivier arriverà a Xian, al termine di una passeggiata di 12000 chilometri.
Come spesso accade il viaggio lo ha cambiato.

La Fondazione Seuil, fondata da Bernard Ollivier nel 2000, si impegna ad aiutare giovani delinquenti a ritrovare il proprio equilibrio dopo una "lunga marcia". Insieme a un accompagnatore, in due si recano per quattro mesi in un paese straniero, di cui non conoscono la lingua. Percorrono duemilacinquecento chilometri con lo zaino in spalla attraverso sentieri o strade secondarie europee, con un solo obbligo: non portare con sé musica registrata. Fanno campeggio, fanno la spesa e cucinano. E camminano. Il viaggio, organizzato in totale accordo con i genitori, i giudici e gli educatori, può costituire per giovani dai sedici ai diciotto anni un'alternativa al carcere.La fondazione è finanziata, oltre che dai contributi dei soci, dai diritti d'autore di questo libro.

1 commento:

  1. Sfida intellettuale e fisica, spirituale e materiale ... è bello perdere perso (in tutti i sensi).

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