Le
nostre escursioni ci portano tra umide vallette e colline soleggiate.
I fringuelli e i merli cantano nella bella giornata di sole, ogni
tanto accompagnati dal trattore che passa e ripassa nei campi da
seminare. Ci fermiamo un attimo per verificare la direzione. Un
vecchio signore che ha l'aria di annoiarsi davanti a casa ci chiede
cosa stiamo cercando e ci propone di aiutarci. Ci indica la via
spiegandoci i nomi e i luoghi poi ci guarda allontanarci quasi deluso
per una conversazione troppo breve.
Come
tutte le altre province storiche francesi, dopo la Rivoluzione anche
il Perche fu smembrato per evitare il risorgere di particolarismi
regionali e per favorire il potere centrale repubblicano.
Il
suo territorio si estende quindi su due regioni (la Bassa Normandia e
il Centro) e su quattro dipartimenti, principalmente su quello
dell'Orne e dell'Eure-et-Loir. Qui si trovano le due antiche capitali
della contea: Mortagne-du-Perche che ha conservato intatti molti bei
palazzi e belle chiese e Nogent-le-Rotrou con il suo caratteristico
castello medievale incombente sulla cittadina.
In
posizione di confine tra il regno di Francia e quello di Normandia,
il Perche ebbe nel passato una posizione strategica importante.
Furono costruite molte fortificazioni e durante il periodo
rinascimentale, molti signorotti locali vollero il loro castello,
segno di ricchezza e di prestigio.
Un patrimonio architetturale
ancora presente e ben conservato, spesso diventato proprietà
dei signorotti dei tempi moderni, avvocati d'affari, professori
universitari, dottori emeriti.
Continuiamo
il nostro divagare e ci dirigiamo verso le beau chêne que vous ne
pouvez pas rater (la bella
quercia impossibile da mancare),
descritta nella nostra guida, che ci indica il cammino verso
Saint-Cyr-la-Rosière un piccolissimo paesino nato attorno all'antico
priorato di Santa Gauburge. L'albero è in effetti visibile da lontano, imponente e isolato al centro del pianoro coltivato.
Poco lontano un altro esemplare,
ugualmente maestoso, giace ormai morto e sembra levare verso il cielo i rami ormai secchi.
Entriamo a Saint-Cyr arrivando con il sentiero direttamente nel
cortile di una fattoria. Così dovevano essere gli ingressi nei paesi
prima dell'arrivo dell'asfalto. I muri di pietra hanno pochissime
finestre, gli edifici assomigliano più a fortificazioni che ad
aziende agricole.
Poco lontano, dietro i grandi tetti rossi, spunta
la massiccia torre campanaria della chiesa. Il priorato fu fondato
dopo l'anno mille da un signore locale e poi affidato ad un'abbazia
della regione: St Florentin de Bonneval poi Saints-Pères de
Chartres, infine l'abbaye royale de Saint Denis.
I priorati erano nel
medioevo delle sorta di case coloniche, gestite da monaci incaricati
di amministrarne le proprietà per conto dell'abbazia. In seguito la
Chiesa volle riunire i monaci troppo isolati sul territorio e i
priorati si trasformarono in semplici aziende agricole.
Il passaggio di un'automobile ci riporta al XXI secolo.
Le
belle siepi del bocage
profumano di rose e di biancospino, i meli mostrano le loro
rigogliose fioriture ma non manca l'odore meno poetico ma nemmeno poi
tanto sgradevole dalla stalla vicina. Il prato davanti alla chiesa è
di un verde smagliante e un piccolo gregge di pecore bruca
tranquillamente al sole che ora picchia forte.