Risalente al XIII secolo, l'edificio, malgrado la razzia di due vescovi che utilizzarono i marmi ed altri elementi architettonici per abbellire i loro palazzi, conserva quasi completamente la sua struttura di origine merovingia.
Tra i resti di sculture e bassorilievi notiamo il cosiddetto sarcofago degli apostoli risalente al IV secolo; ne manca la metà e le figure sono senza viso ma, forse proprio per questo, è un'opera affascinante.
Le dispute e le lotte tra i conti di Tolosa e i vescovi, con saccheggi e scorrerie, avevano spinto la popolazione a lasciare la valle per rifugiarsi sul colle vicino, attorno al castello.
I negozi e gli altri locali sono quasi tutti chiusi, la stagione turistica è ormai finita. Pochi turisti passeggiano tra le piazzette ornate di fontane e di grandi platani. Il panorama sulla regione circostante non è per niente monotono, valli, colline e montagne fanno da sfondo alla città nuova distesa nella pianura. Si arriva al castello attraversando una grande placca di granito sulla quale l'edificio, o quello che resta, è appoggiato. Il vento fa scoccare le bandiere sul pennone. Sullo sfondo, tra tutte le alte colline, spicca il Monte Ventoso.