Radici e tronchi spezzati rappresentano animali fantastici, giganteschi millepiedi, intrecci di braccia, picchi rocciosi, tappezzerie arabescate.
giovedì 29 agosto 2019
Fonte Vetica, la pineta.
Entriamo
nella pineta di Fonte Vetica, alle pendici di monte Tremoggia, una
delle cime della catena orientale del Gran Sasso. Il sentiero passa a
sinistra della fonte e sale tra gli alti alberi.
È un bosco recente,
fu piantato dopo la costruzione dell'acquedotto che da qui portò
l'acqua a Castel del Monte. Era l'inizio del XX secolo e per il paese
fu un progresso sostanziale. Fino ad allora gli abitanti – il
compito era affidato soprattutto alle donne – andavano a rifornirsi
con le loro conche di rame, alla magra sorgente del Cavone, sul
sentiero che, dietro la chiesetta di San Donato, si inerpica verso
monte Bolza. Era un compito faticoso e ingrato, la scarsezza
dell'acqua costringeva ad attese lunghissime, il sentiero impervio
rendeva difficile il trasporto.
Dopo
la costruzione dell'acquedotto che fece per la prima volta zampillare
la fontana sulla piazza del paese, si cominciarono a piantare i pini
su queste coste fino ad allora deserte.
Oggi
gli alberi coprono (coprivano, perché un incendio nel 2018 ha
distrutto una larga fascia dei bosco) le pendici più basse di queste
montagne fino a Vado di Sole.
Nei
mesi invernali gli alti pini devono resistere alle impervie
condizioni climatiche; vento e neve li aggrediscono, le valanghe
lasciano spesso tracce indelebili.
Molti sono gli alberi che non
resistono e, ogni anno in estate, si contano a decine le vittime
della stagione fredda.
Una
luce calda e tagliente attraversa la cima degli alberi e illumina il
sottobosco, cosparso di sculture espressioniste.
È un museo di
sculture naturali, personaggi che si salutano, si abbracciano, si
invettivano, si sostengono. Fiori gialli, lilla, viola danno un tocco
magico alla mostra.
I
tronchi degli altissimi alberi sono spogli fino ad una ventina di
metri, formano come un sipario al di là del quale sono, in
lontananza, le montagne che chiudono a sud l'altopiano di Campo
Imperatore.
Radici e tronchi spezzati rappresentano animali fantastici, giganteschi millepiedi, intrecci di braccia, picchi rocciosi, tappezzerie arabescate.
Iscriviti a:
Post (Atom)