Arras,
nel dipartimento francese del Passo di Calais, nel nord della
Francia. In passato famosa per le sue tappezzerie, tanto d'aver
ispirato alla lingua italiana la parola arazzo. È
una delle città della Francia con il più alto numero di edifici
classificati come monumenti storici. La prima guerra mondiale provocò
moltissimi danni ma il centro della città fu ricostriuito identico a
quello quasi interamente distrutto.
La
città è relativamente piccola, con i suoi quarantamila abitanti è
la terza del dipartimento dopo Calais et Boulogne, ma è certamente
la più attraente e piacevole.
L'antica
capitale dell'Artois si distingue per le case e i palazzi del centro,
tutti in pietra e mattoni rossi. Inconfondibile è lo stile barocco
delle due piazze principali, la
Grand Place e la Place
aux Héros che, con le altre vie
del centro, formano un notevole insieme architettonico. La sfilata di facciate è quasi militare, l'allineamento dei portici e delle finestre, l'assenza di sporgenze, i pignoni alla fiamminga sono come bicorni di soldati da passare in rivista.
Fu
un editto del 1583 di
Filippo II di Spagna, quando
la regione faceva parte dei Paesi Bassi spagnoli, a decretare
l'obbligo di costruire in pietra o mattoni per evitare gli incendi.
Un editto che si è trasmesso nel tempo e che è stato sempre
rispettato.
Le
belle piazze e larghe vie animate si alternano ad angoli più
raccolti, stradine selciate e case più modeste. Arras si mostra
come una tranquilla città borghese, forse un po' lontana dalla foga
rivoluzionaria e infine troppo mortifera di Massimiliano Robespierre che qui nacque.