Taulignan,
pomeriggio di fine ottobre. Il sole è finalmente riuscito ad imporsi
grazie anche al maestrale che però ora si è spento. L'aria è dolce
e tra le pietre chiare del piccolo paese il blu del cielo è luminoso
e alto. Basta questa luce così limpida e calda per ridipingere il
paesaggio e colorarlo di tranquillità e di calma.
Tra le stradine
incontriamo molti gatti, vocianti e socievoli, basta chiamarli perché
vengano miagolanti come se fossimo di casa. Un ulivo ma soprattutto i bei platani adornano e
imbelliscono le piazzette e i cortili delle case. Hanno lasciato al
vento d'autunno già molta parte della loro chioma ma continuano a
sventolare placidamente quello che resta in una bella tavolozza di
sfumature gialle.
Sotto
una pianta maestosa, l'ultimo tavolo ricorda le serate estive e
l'aperitivo sorseggiato tra amici e con il bel colore lilla dà una
nota più allegra alla piazzetta.
Le imposte celesti sono quasi tutte
già chiuse forse fino alla prossima estate, ma da una delle rare
finestre ancora aperte la voce di una radio scende nel silenzio del
borgo.
Riprendiamo
la strada tra vigne e uliveti. Quando questa comincia a salire su un
colle, appare imponente, come una corona nel piano, un castello
massiccio e potente.
È quello di Grignan che sovrasta il paese con
la sua massa.
Molte librerie e atelier di artisti animano il borgo.
Il castello è famoso, fu la destinazione delle lettere di Madame de
Sevignie, nobildonna passata alla posterità, probabilmente suo
malgrado, per il suo epistolario oggi considerato un classico della
letteratura francese.
Madame de Sevignie finì per raggiungere la
figlia in questo castello è fu qui che visse i suoi ultimi anni.
Oggi
Grignan vive anche di turismo e accoglie comitive di appassionati e
di curiosi che si spingono fin qui sulle tracce della celebre
scrittrice.
Il
borgo è piacevole e ancora animato. Una bella esposizione di
fotografie installate tra le arcate di porte e finestre forse
definitivamente chiuse, rievoca scene di vita quotidiana del secolo
ormai passato.
Sullo
sfondo spicca il Monte Ventoso che
Petrarca più di tutti rese famoso con il racconto della sua celebre ascensione.
Da
Grignan la strada ci porta verso l'abbazia di Aguebelle.
È abitata
da una comunità di monaci trappisti. All'ingresso un laico ci spiega
ciò che si può visitare (solo l'esterno perché i monaci sono in
clausura).
Ma il signore ha voglia di chiacchierare e noi restiamo a
lungo ad ascoltarlo. Ci spiega in dettaglio lo stile di vita della
comunità, i tre pilastri della vita monastica: preghiera, lavoro e
lectio divina.
Una vita
intera dedicata a questi tre precetti, senza vacanze e senza altre
interruzioni. Ci informa
che l'abbazia ha una statua della Madonna identica a quella di
Lourdes, opera dello stesso autore e che anche qui è adorata con
fervore. Ci racconta che da
qui passarono alcuni dei monaci poi morti, atrocemente decapitati, a
Tibhirine in Algeria nel 1996.
Un memoriale è dedicato loro e il
ricordo è ancora molto presente ad Aiguebelle.
Facciamo
una passeggiata attorno all'abbazia.
Un torrentello scorre vicino
alle mura (il nome del monastero ricorda l'abbondanza d'acqua).
La
chiesa rispetta la regola benedettina, nessuna inutile decorazione
sulle massiccie mura.
Una campana suona il vespro mentre le ombre
della sera cominciano a scendere sul convento.
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