Pittoresco nel vero senso della parola perché fu un soggetto emblematico soprattutto per i pittori impressionisti.
domenica 2 luglio 2017
Normandia, Honfleur
Dopo
aver attraversato Parigi la Senna si dirige lentamente verso la
Manica. La regione è pianeggiante e il fiume serpeggia in lunghi
meandri nella campagna normanna. In passato, durante le maree più
forti, proprio per la scarsa pendenza, l'acqua del mare poteva
risalire per chilometri il corso del fiume: era il cosiddetto
mascaret che formava un'onda inversa alla corrente. Fu
proprio un fenomeno di questo tipo che, nel 1843 ribaltò la barca su
cui si trovavano Léopoldine Hugo, figlia dello scrittore, e suo
marito Charles Vaquerie provocando la morte della coppia. Negli anni
millenovecentosessanta si fecero dei lavori per limitare i danni
causati dal mascaret
costruendo delle opere che da
allora ne hanno limitato
l'impatto.
Dopo
aver attraversato Rouen e
alla fine di un'altra serie di meandri, la Senna di allarga in un
grande estuario. Sulla destra è la città di Le Havre, fondata
cinquecento anni fa da Francesco I, interamente ricostruita dopo i
bombardamenti della seconda guerra mondiale e oggi importante porto
commerciale; a sinistra è Honfleur, più modesto paese (meno di
ottomila abitanti), verso cui ci dirigiamo.
Il
centro di Honfleur è un'immagine da cartolina. Soprattutt il vieux
bassin, il vecchio bacino
portuale, molto pittoresco con la sua serie di alte
facciate
ricoperte di ardesia.
Pittoresco nel vero senso della parola perché fu un soggetto emblematico soprattutto per i pittori impressionisti.
Passeggiando
tra le stradine della cittadina incontriamo numerosi turisti di varie
nazionalità. C'è folla nelle piazzette e i tavoli dei caffè e dei
ristoranti sono quasi tutti occupati.
Molti negozi di souvenir
ma anche esposizioni di artisti, scultori o pittori.
La
chiesa di Santa Caterina, ineramente costruita in legno attira un
pubblico nutrito. Stranamente
a Honfleur il mare non si vede ed
anche rispetto alla Senna il paese sembra tenersi in disparte.
Risalendo
il chemin du
mont Joli,
una stradina piuttosto erta, si arriva in qualche minuto sul monte in
questione; da qui un bel panorama sulla cittadina sottostante, sulla
Senna e sul ponte di Normandia che dal
1995 collega le due rive del fiume con una sola campata di più di
2000 metri.
sabato 1 luglio 2017
Tra Normandia e Bretagna
Un riassunto delle nostre passeggiate tra Normandia e Bretagna, senza voler seguire una guida turistica, anzi proprio senza guida.
In luoghi già conosciuti o a volte scoperti per caso, tralasciando molto probabilmente luoghi importanti, attardandoci su dettagli insignificanti e banali.
Normandia:
normandia-le-perche
normandia-il-perche-2
dalle-parti-di-proust
normandia-dieppe
normandia-la-costa-di-alabastro
normandia-calvados
normandia-bayeux-e-il-suo-arazzo
normandia-il-perugino-caen
normandia-la-svizzera-normanna
Bretagna:
in-bretagna-1
bretagna-2.
bretagna-3-lisola-di-brehat
bretagna-4-labbazia-di-beauport
In luoghi già conosciuti o a volte scoperti per caso, tralasciando molto probabilmente luoghi importanti, attardandoci su dettagli insignificanti e banali.
Normandia:
normandia-le-perche
normandia-il-perche-2
dalle-parti-di-proust
normandia-dieppe
normandia-la-costa-di-alabastro
normandia-calvados
normandia-bayeux-e-il-suo-arazzo
normandia-il-perugino-caen
normandia-la-svizzera-normanna
Bretagna:
in-bretagna-1
bretagna-2.
bretagna-3-lisola-di-brehat
bretagna-4-labbazia-di-beauport
martedì 20 giugno 2017
Il pastore (Jacques Lacarrière, "Strada facendo")
Misterioso
popolo dei pastori, coinvolto in tutti i grandi avvenimenti della
Terra e degli uomini. Egli mostra quello che è grande nel senso
profondo dell'universo, esercita l'incarico illustre che dalla notte
dei tempi gli fu impartito: quello di guidare, di aprire in
lontananza il cammino all'umana avventura. La sua verga è ciò che è
stato creato di più puro, tra gli utensili e i simboli. Il grande
bastone pastorale ha pacificato l'Uomo. In mano ai pastori ha
mostrato le vie, aperto continenti. Mai non fu cruento. Un
ordine di chiarezza universale è inciso in esso. La sua venuta al
mondo fu una venuta redentrice poiché istituì il primo mestiere in
cui si manifestò la nobiltà di una professione nell'oscura
coscienza dei primati che fummo, al tempo in cui ci si batteva a
colpi d'artigli e a sassate e forse ha anche istituito il regno della
preghiera e dell'amore.
domenica 18 giugno 2017
Normandia, la "Svizzera normanna"
Anche se il remembrement, la ricomposizione fondiaria, tende a uniformizzare il territorio, restano zone nelle quali i
prati e i campi, di forme e grandezze irregolari sono spesso
delimitati da siepi, boschetti di arbusti o
muretti a secco nel paesaggio, tipico anche di alcune regioni
dell'Inghilterra, detto bocage.
Vicino
al paese di Thury-Harcourt,
il fiume Orne, trovando nel
suo scorrere una barriera rocciosa, forma un meandro di circa sei
chilometri. L'omega che ne risulta ha ispirato il nome del nuovo
comune (nato dall'associazione di cinque paesini) che, dal gennaio
2016 si chiama Le Hom.
Un
bel sentiero, mai monotono, permette di fare il giro dell'Ω
scoprendo scorci e ampi
prati, cavalli al pascolo in moderni allevamenti, antiche fattorie,
cappelle e chiesette.
Seguendo
poi la strada delle creste scopriamo paesaggi che si aprono su spazi
più ampi, altri paesini quasi sempre vicini a un corso d'acqua.
mercoledì 14 giugno 2017
Normandia, il Perugino a Caen
Durante la battaglia di Normandia, nel 1944, la città si trovò sulla linea di fronte e subì molti danni.
La ricostruzione fu fatta con una certa coerenza e utilizzando una pietra estratta nella regione la pierre de Caen, la stessa che era servita alla costruzione degli edifici cittadini fin dall'XI secolo. Anche per questo l'insieme non stona anzi mostra una certa armonia.
Molta
animazione nei quartieri del centro; in rue Saint Pierre i
commercianti hanno esposto i loro prodotti sulla strada.
Nel
centro cittadino, su una leggera elevazione, è anche il castello
ducale, anch'esso fondato da Guglielmo il conquistatore nell'XI
secolo.
Dopo essere stato modificato e ristrutturatone nel corso dei secoli – fu per qualche tempo anche caserma e poi prigione – il castello cadde in rovina e oggi restano solo le imponenti mura e il torrione.
Nello
spazio interno alla cinta muraria è stato costruito il museo di
Normandia.Dopo essere stato modificato e ristrutturatone nel corso dei secoli – fu per qualche tempo anche caserma e poi prigione – il castello cadde in rovina e oggi restano solo le imponenti mura e il torrione.
Esposta in un negozio vediamo la riproduzione di un celebre dipinto del Perugino: Lo sposalizio della Vergine. Scopriamo così che il famoso dipinto è esposto nel museo vicino. Fu Napoleone a confiscare la pala d'altare e a donarla ad un suo zio cardinale. Dopo essere stato venduto ad un libraio di Caen, il dipinto fu ceduto da quest'ultimo al museo cittadino. E qui restò malgrado i tentativi del comune di Perugia di riaverlo.
È
un'opera veramente magnifica, intrisa nella sua composizione di
razionalismo rinascimentale. Un edificio ideale a pianta ottogonale
(rappresenta il tempio di Gerusalemme) si trova al vertice di una
breve scalinata.
A destra e a sinistra è uno spazio naturale con colline e alberi che aggiungono profondità alla prospettiva. Gruppetti di personaggi discutono in pose animate.
In
primo piano, a destra e a sinistra dal sacerdote sono Giuseppe e
Maria, con il loro seguito. Belli e luminosi sono i colori degli
abiti e vivo è il drappeggio. La composizione rispetta quasi
scrupolosamente la simmetria dello spazio, sottolineata poi dal
disegno del pavimento.A destra e a sinistra è uno spazio naturale con colline e alberi che aggiungono profondità alla prospettiva. Gruppetti di personaggi discutono in pose animate.
Il dipinto, realizzato nel 1501 per una cappella del duomo di Perugia ispirò anche Raffaello che, nel 1504 ne realizzò uno, sullo stesso tema che, con le evidenti differenze, è praticamente una variazione interpretativa di quello del Perugino.
mercoledì 7 giugno 2017
Normandia, Bayeux e il suo arazzo
Se
la mia salute fosse migliorata e se i miei genitori mi avessero
permesso, se non di andare a soggiornare a Balbec, almeno di prendere
una volta, per fare conoscenza con l'architettura e i paesaggi di
Normandia o di Bretagna, il treno dell'una e venti sul quale ero
salito tante volte con la
Marcel Proust Dalla parte di Swann
Bayeux
è una delle poche cittadine del dipartimento del Calvados ad essere
stata risparmiata dai bombardamenti alleati durante lo sbarco del
1944. L'operazione Overlord, il nome in codice della battaglia di Normandia, la liberò rapidamente dall'occupazione tedesca e, probabilmente proprio per questo, la città restò intatta e poté conservare i suoi quartieri medievali e i suoi monumenti.
A
meno di dieci chilometri dalla costa, la città è
stata nel passato un
centro importante; fondata
nel I secolo a.C., in epoca gallo romana, fu sede
episcopale fin dal IV secolo
e ancora oggi la sua imponente cattedrale testimonia dell'importanza
del sito.
Bayeux perse il suo ruolo centrale nel XI secolo, quando Guglielmo il conquistatore decise di trasferire la capitale del suo ducato a Caen ma fu proprio a quest'epoca che si costruì la nuova cattedrale, consacrata infatti nel 1077.
Bayeux perse il suo ruolo centrale nel XI secolo, quando Guglielmo il conquistatore decise di trasferire la capitale del suo ducato a Caen ma fu proprio a quest'epoca che si costruì la nuova cattedrale, consacrata infatti nel 1077.
Oggi
Bayeux è una delle più belle cittadine di Normandia. La pietra
domina nelle costruzioni del centro storico mentre rare sono le case
a graticcio, più numerose in
altri centri della regione.
Bayeux
atttrae i turisti soprattutto per L'arazzo della regina
Matilde, una lunga tela di una
settantina di metri che racconta le tappe dell'epopea che portò i
normanni alla conquista dell'Inghilterra. In realtà
non si tratta di un arazzo ma
piuttosto di un tessuto ricamato a tamburello e, per essere ancora
più puntigliosi, molto
probabilmente non fu la
regina Matilde, moglie di
Guglielmo a far realizzare l'opera.
Iscriviti a:
Post (Atom)