venerdì 8 maggio 2015
Paolo Morelli : Racconto del fiume Sangro
I
corsi d'acqua sembrano ispirare gli scrittori. Si può anche parlare
di letteratura fluviale, la biblioteca comincia ad essere
consistente. Tra tutti ricordiamo Claudio Magris che lungo il Danubio
ha trovato lo spunto per parlarci dell'Europa, dei suoi popoli e
della sua storia. Un libro magnifico che partendo dai prati delle
Foresta Nera e fino al mare omonimo ci fa viaggiare nel tempo e nello
spazio, ci fa riflettere sul passato e sull'avvenire del continente.
Ricordiamo
poi il viaggio sul Po di Paolo Rumiz, raccontato in Morimondo.
Dalle Alpi fino all'Adriatico, alla scoperta della regione cuore
dell'Italia ma nello stesso tempo misteriosa e sconosciuta perché
osservata dalle acque di un fiume riscoperto e reinventato.
Rumiz,
rispetto a Magris, restringe la focale, resta più vicino al fiume,
ne scandaglia le rive e ne fotografa i singolari abitanti.
Jean-Paul
Kauffmann, giornalista e scrittore francese, ha scritto un bellissimo
libro Remonter la Marne. Dalla confluenza con la Senna, ha
risalito a piedi i cinquecento chilometri di questo affluente che
attraversa il cuore della Francia. Il corso tocca luoghi
drammaticamente celebri, legati a guerre ancora vicine nel ricordo ma
anche vallate prospere come quelle della Champagne. Anche lui scopre
un paese inaspettato, trova un mondo che sembra lontanissimo dalla
capitale dinamica e affaccendata. Negli incontri che punteggiano la
sua lunga escursione, Kauffmann descrive un paese nascosto, che vive
in disparte, lontano dalla modernità.
Paolo
Morelli ha pubblicato nel 2013 Racconto de fiume Sangro. È
la discesa, dalla sorgente alla foce del corso d'acqua che scorre tra
Abruzzo e Molise. Discesa a piedi, con almeno un proposito: restare
sempre il più vicino possibile al fiume. Il Sangro ha un percorso
modesto, non supera i 120 chilometri, va per un tratto verso sud est
per poi ripiegare decisamente verso il nord e gettarsi
nell'Adriatico. Si infila tra le montagne scavando una valle a tratti
molto stretta, poi via via più aperta. Fermato da dighe che ne
sfruttano l'energia e formano i laghi di Barrea e poi di Bomba,
riprende il suo scorrere prima timidamente, poi con più foga. Non è
facile seguirne a piedi il corso. Paolo Morelli ne fa l'esperienza,
tra passaggi quasi in arrampicata e altri in cui servirebbero stivali
da pescatore. Senza mai dimenticare un sacchetto di plastica per
raccogliere bottiglie di plastica e altre immondizie.
La
particolarità del libro di Morelli rispetto agli altri citati sta
nello sguardo dello scrittore. Egli osserva il fiume, ne descrive le
mosse, le svolte, i cambiamenti di umore. Lo ascolta e dialoga con
esso. Anche quando, a sera, si ferma per dormire non vuole
staccarsene per continuare a sentirne almeno la voce. Sono pochi gli
incontri lungo il percorso: qualche umano, spesso diffidente di
fronte allo strano personaggio che se ne va a piedi lungo il fiume,
una volpe, una cagnetta zoppicante, un branco di cani aggressivi,
degli uccelli.
Più
che un'avventura quello di Morelli è un viaggio intimo. Uno spunto
per meditare e filosofare modestamente attorno allo sciabordare
dell'acqua.
Fino
alla foce: Qui finisce il discorso-fiume. Salgo sul vecchio ponte
con aggetti a mare. La volpe resterà inspiegabile.
L'acqua
si incontrerà con l'acqua, nell'attimo della più elevata
comprensione, mi è venuto da scrivere una cosa così, a effetto ma
con poco senso. Non abbiamo ancora visto l'acqua come acqua,
ma sempre come qualcos'altro. Concretezza resta la parola d'ordine.
Rimane il tipo di forza legato alla possibilità, quando manca
qualcosa, l'imperfezione che sa fermarsi prima perché le conviene, è
come un chiacchierone che ha imparato a starsi zitto. È quello che
ho voluto vederci io? Certo, come ogni volta che si racconta, né più
né meno.
Il
fiume Sangro è un fiume come tanti altri, niente di speciale. Qui
ogni momento si perde in un mare. Certo se avessi seguito un fiume
più grande sarebbe stato più complicato, vuol dire che sono furbo
nonostante tutto.
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Del viaggio di Rumiz ho visto un piccolo video. Mi è piaciuto molto. Amo, del camminare, proprio la conoscenza che si fa della realtà, naturale e sociale, dei posti, ed il tempo finalmente a misura di persone. Mi piacerebbe molto provare ciò che ha fatto questo Morelli... È un riappropriarsi di conoscenza, oltre che un bel modo di usare il tempo. E sondare i propri limiti anche. Non so se leggero il libro, in questo momento mi piace più fare. Ma grazie della bella segnalazione.
RispondiEliminaIl bello del racconto di Paolo Morelli sta forse proprio nell'aspetto "modesto" (predo il termine in senso positivo) del suo viaggio. Leggendolo non si ha l'impressione che affronti un'impresa sportiva, al contrario, le pause per fumare una sigaretta sono altrettanto importanti che il tempo passato a camminare.
RispondiEliminaSi puo' vedere il film completo del viaggio di Rumiz sul Po: https://www.youtube.com/watch?v=wLzkcXPEhnM