La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



lunedì 8 maggio 2017

Barattano, Umbria

Ancora una leggenda:
un nobile romano, tale Baratanus, passò da queste parti nel 68 a.C. (notiamo la precisione) e fu così colpito dall'amenità del luogo da decidere di costruirvi una villa che poi si trasformò in borgo che fu chiamato Sant'Angelo in Piscina.
Gualdo Cattaneo
Più tardi, in onore al fondatore, il paesino fu ribattezzato Barattano.
Ma un'altra tradizione, meno simpatica per gli abitanti del luogo, attribuisce il nome “alle genti fraudolose che lo abitavano”.
Forse è un riferimento ai barattieri, i dannati che Dante mette in una delle bolge dell'VIII cerchio dell'Inferno. Accusati di quella che oggi chiamiamo concussione, cioè di aver utilizzato le cariche pubbliche per arricchirsi, sono immersi nella pece bollente e sorvegliati dai demoni Malebranche.


Oggi Barattano è un piccolissimo borgo (il censimento del 2001 recensiva 24 abitanti). Qualche casa attorno al solido castello, costruito nel XIII secolo e alle mura risalenti al 1452.


Siamo nel territorio di Gualdo Cattaneo, non lontano da Montefalco e Bevagna. È un paesaggio di colline verdeggianti. Sullo sfondo, oltre la valle umbra, le montagne dell'Appennino chiudono il panorama con un bell'effetto.

La porta medievale, aperta nelle possenti mura, introduce in un dedalo di vicoletti. Molte delle case sono ristrutturate anche se oggi non sembrano abitate. Non incontriamo nessuno, solo un cane che cerca di scaldarsi al sole in una giornata ancora piuttosto fredda.

Nessun commento:

Posta un commento