lunedì 31 maggio 2010
Pescara Brittoli
L'autobus lascia la costa e comincia a salire verso le colline dell'entroterra. Un lungo rettilineo è bruscamente interrotto da una serie di curve che salgono verso un boschetto. A sinistra, nitido, il massiccio della Maiella, dall'altra parte una valletta e, sullo sfondo, le montagne del Gran Sasso. La provinciale si inerpica bruscamente tra prati e boschi in tornanti stretti.
Siamo partiti dalla città nel primo pomeriggio, nel caldo del giorno primaverile. Adesso il fresco della collina comincia a farsi sentire. L'autista chiude il finestrino. Sull'autobus una decina di persone.
Un vecchio è salito all'ultimo paese e si è seduto dietro l'autista che sembra conoscere. Gli parla in un dialetto ruvido che capisco a malapena.
Malgrado la stagione è vestito con una giacca di fustagno e porta un cappello di feltro invernale. Deve avere una settantina d'anni.
Siamo partiti dalla città nel primo pomeriggio, nel caldo del giorno primaverile. Adesso il fresco della collina comincia a farsi sentire. L'autista chiude il finestrino. Sull'autobus una decina di persone.
Un vecchio è salito all'ultimo paese e si è seduto dietro l'autista che sembra conoscere. Gli parla in un dialetto ruvido che capisco a malapena.
Malgrado la stagione è vestito con una giacca di fustagno e porta un cappello di feltro invernale. Deve avere una settantina d'anni.
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