lunedì 13 giugno 2011
Pieve di Sant'Andrea di Furfalo, Serra pistoiese
Panicagliora è sulla cresta della montagna a quasi 800 metri di altitudine, tra i torrenti Nievole e Pescia. Il paesino, frazione di Marliana, è al centro di un fitto bosco composto soprattutto di castagni che hanno per secoli contribuito a nutrire le popolazioni di questi luoghi.
Sulla strada che lo attraversa, qualche raro passante e un gruppettto di uomini seduti ad un bar. I manifesti sul muro promettono una «Sagra dell'uovo sodo».
Prendendo la via in direzione di Pescia si incontra sulla destra, prima di uscire dal paese, una strada che scende rapidamente. Un primo breve tratto è in cemento, poi diventa in terra battuta. Un cartello dice che la strada è privata e che l'ingresso è riservato alla Protezione civile che ha qui un campo di addestramento; un altro cartello è turistico e indica, nella stessa direzione, la «Pievaccia». Tralasciando il divieto e seguendo le indicazioni per la pieve si scende nel bosco di castagni. Dopo aver attraversato un fosso (nel punto più basso del percorso), la strada risale sull'altro versante della valletta. A circa due chilometri dal punto di partenza si scorge, sulla destra, la chiesa di Sant'Andrea di Furfalo, la cosiddetta pievaccia appunto.
Non resta molto dell'antico edificio: un piccolo altare e qualche lembo delle mura con una porta laterale e un accenno dell'abside.
Questi resti sono stati restaurati recentemente, in modo assai prepotente. Si sono aggiunte pietre (o blocchi di cemento) che discordano con quelle di origine.
La pieve ebbe il suo momento di gloria nel 1300, quando divenne Collegiata in una contrada strategica (tra Lucca e Pistoia) e popolata. Ma già nel 1327 una scorreria delle truppe di Castruccio Castracani la distrusse, insieme al castello di Serra pistoiese. Nel 1651 fu poi definitivamente abbandonata, sostituita nelle sue funzioni dalla chiesa di San Leonardo di Serra.
Si è voluto recuperare questi ruderi e attualmente quel che resta della pieve è ridiventato, occasionalmente, luogo di celebrazioni religiose.
Serra appare sul colle di fronte. Il paese si allunga sullo stretto crinale con, al centro, la torre campanaria. Domina il grigio scuro della pietra.
La strada risale dall'antica pieve, trasformandosi in mulattiera. L'ultimo tratto è ripido ed erboso.
Si sbuca sulla piazzetta del paese. Sulla sinistra un'edicola-cappella e una stradina che sale verso la torre ed il punto più alto dove c'è la chiesa di San Leonardo.
Nell'antica torre di guardia, diventata campanile, è la porta di ingresso delle mura del castello. Sull'arco si vede l'emblema dei Medici.
Più in basso, sulla piazza, un gruppo di persone beve l'aperitivo parlando a voce alta davanti alla Casa paesana, il circolo ricreativo del paese. Il locale è diviso in due parti, ristorante e bar, separate da un'esposizione di bottiglie. Un bel soffitto a cassettoni.
Un generoso bicchiere di asprigno vino bianco disseta il viandante e un po' lo intorpidisce...
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