martedì 27 ottobre 2015
Provenza : Comps
Non c'è un vero e
proprio paese a Comps. Il comune è composto da gruppetti di case,
piccoli villaggi sparsi qua e là sulle alte colline, quasi montagne,
che formano il territorio.
Nel periodo di massimo sviluppo, un paio
di secoli fa, gli abitanti erano più di 400, attualmente ne restano
circa 150.
Il territorio è
stato un luogo di transito, conosciuto già dai romani.
I resti più
antichi di una struttura difensiva, - una motta castrale - costruita
per proteggersi da eventuali attacchi risalgono all'anno Mille.
All'epoca del Sacro
Romano Impero Germanico, Comps divenne una sede amministrativa
relativamente importante e i signori del luogo furono delle figure
conosciute che si distinsero partecipando alle crociate nell'ordine
ospedaliero di Gerusalemme.
Siamo nel
dipartimento della Drôme e più precisamente nella sua parte più
meridionale, quella detta provenzale anche se ancora nella regione Rodano-Alpi.
Storicamente sono le terre del Delfinato, ridisegnate
amministrativamente quando la Rivoluzione volle cancellare le vecchie
suddivisioni di origine feudale.
Arriviamo
su queste terre risalendo una strada tra querce faggi e pini, fino ad
un'ampia distesa di colli con
grandi prati ancora di un verde splendente nell'autunno inoltrato.
Il
maestrale che ha soffiato a lungo in questi ultimi giorni, ha
lasciato un cielo brillante e limpido. Le sfumature rossastre degli
alberi sottolineano
come in contrappunto l'azzurro dell'aria.
Nel
silenzio arriva da lontano il belato del gregge che pascola al sole.
Gli animali sono
disegnati
in un'immobilità apparente
come quelli che appaiono a
volte nello sfondo naturalista di un quadro rinascimentale.
Sul
pendio di uno dei colli, il castello signorile
sembra ancora controllare il territorio circostante.
Al
centro di questo paesaggio campestre quasi bucolico è la chiesa dei
Santi Pietro e Paolo. È
un edificio singolare, di stile romanico.
Con la sua pianta quasi
quadrata da lontano assomiglia ad un torrione, ma la sua semplicità
le conferisce
una misteriosa armonia.
In
realtà pare che in origine fosse prevista una navata più lunga,
tale da completare la classica croce latina, ma poi i lavori furono
interrotti, forse per mancanza di fondi e il risultato è
stato questo sorprendente
edificio, la cui “navata”
non supera i quattro metri.
In
una magnifica solitudine su un colle allungato come un promontorio
nella valle, la chiesa corona lo spendido paesaggio.
I muri massicci
di pietra grigia e la torre campanaria, anch'essa incompleta, le
semplicissime decorazioni e anche il minuscolo cimitero, compongono
un quadro sorprendente e affascinante.
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fuori dalla realtà della città in cui vivo c'è un mondo che ignora la nostra follia, per fortuna dico io
RispondiElimina;-)
RispondiEliminaInteresting post I enjoyed read this.
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