La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



sabato 15 ottobre 2016

Villalago

Non lontano dal termine si vede sulla destra un bel gruppo di piccole cascate, che scendono in successione dal monte; un altro villaggio, chiamato Villa Lago, chiude questa estremità del passo e, di fronte ad esso, si trova un gruppo di misere capanne chiamato Fratturo.
Le sorgenti si vantano del nome di Fonte d’amore…queste sorgenti formano un laghetto a cui è stata data una forma circolare e che ha un bel bordo di pietra. La principale sorgente del Sagittario nasce dalla cima, o piuttosto pinnacolo, di un blocco formato da grandi rocce calcaree, tenute insieme dalla mano della natura a formare una piramide che preclude apparentemente ogni ulteriore passaggio, cosicché è possibile raggiungere la sommità solo arrampicandosi, da un blocco all’altro.
Queste rocce sono pittoresche variate da macchie di vegetazione, intervallate da piante di alto fusto e disseminate di innumerevoli cateratte che precipitano attraverso la superficie scoscesa di questo singolare cono, aggiungono un singolare effetto a quello scenario originale. Dalla più alta roccia che forma la piramide, la principale sorgente zampilla con grande forza e abbondanza; ma, oltre questa, non si vede niente all’infuori di una superficie abbastanza pianeggiante, disseminata di massi di roccia, che sembrano rotolati dalle montagne circostanti.
Questa pianura si stende per circa un miglio fino alla riva del lago (di Scanno), che non è qui visibile, mostrando un aspetto selvaggio e desolato, con due o tre piccoli specchi circolari di acqua limpidissima.
È così che Keppel Richard Craven, uno dei primi viaggiatori stranieri a visitare questi luoghi e a lasciarne il resoconto in un volume pubblicato nel 1838, descrive le sue impressioni in vista di Villalago. Il luogo appare disabitato e impervio; così com'è descritto da Craven il paesaggio sembra animato solo dagli elementi naturali cascate che scendono, sorgente che zampilla, massi di roccia rotolati dalle montagne.
È una visione che se in parte sembra voler riportare un resoconto oggettivo, ci appare in realtà come personale e immaginario.
Perché tra il Settecento e l'Ottocento i viaggiatori hanno cambiato atteggiamento. Il secolo della cultura scientifica, segnato profondamente dall'Illuminismo, ha lasciato il posto ad un'epoca in cui, nei circoli culturali e tra i letterati, si è imposto il Romanticismo. I viaggiatori sono meno attenti ai dati rigorosi e razionali della ragione ma osservano e notano il paesaggio con un animo più personale e soggettivo. Il paesaggio diventa un luogo dello spirito, nel quale trovare sentimenti e sensazioni. Tutto ciò si risente nella prosa di Craven.
Più recentemente, Villalago ha avuto tra i suoi cittadini un letterato e scrittore poco conosciuto ma non per questo secondario; senz'altro la personalità di maggiore spicco nata nel borgo: Antonio Di Cicco. Morto prematuramente nel 1989 a soli 58 anni, ha lasciato tra le sue carte molti racconti e romanzi di cui tre soli sono stati pubblicati. L'ultimo, postumo, dal titolo “Oltre il labirinto” è ricco di riferimenti letterari e filosofici. È qui che ritroviamo, tra gli spunti probabilmente autobiografici della propria infanzia, una descrizione di Villalago-Tricastro.
Nascere, sono nato il tre agosto del 1938, in pieno segno del Leone, a Tricastro, un paese arrampicato sui tre colli di una tortuosa valle di montagna separata in due parti dal fiume Sagittario che, di quando in quando, si allarga a formare un piccolo lago rotondo ma che, se rende fertile una costa gialla e verde di erba medica e grano, lascia stenta ed arida l'altra costa, tutta distinta dalle geometrie dei muretti a secco fatti con le innumerevoli pietre sempre affioranti dalla poca terra. Sui tre colli disposti in fila, e perciò rispettivamente chiamati Primo Colle, Colle Maggiore e Colle Ultimo, sorgono tre distinti gruppi di case e baracche attorno alle tre costruzioni più antiche e più grandi, i cui proprietari, insieme con l'Arciprete, posseggono quasi tutta la campagna circostante e, comunque, tutta la costa fertile.
Oggi Villalago si presenta come un tranquillo borgo che accoglie, soprattutto d'estate, numerosi turisti. Qui, per chi risale il Sagittario, la valle si allarga un poco e lascia lo spazio per una luminosità più viva. Il Sagittario scorre in basso e, dopo aver alimentato il laghetto artificiale di San Domenico, si infila tra le montagne vicinissime. Il borgo è sul versanre sinistro. Una larga scalinata sale verso il paese più antico e poi, ristringendosi, verso la torre. Da qui un bel panorama si apre sulla valle sottostante coperta di boschi e di macchia.

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