Ci fu un tempo in cui le stazioni turistiche di montagna accoglievano non solo sciatori ed escursionisti ma anche chi soffriva di malattie polmonari. Si pensava che l’aria vivificante delle alte valli fosse benefica e che funzionasse come un preciso rimedio.
martedì 18 febbraio 2020
Thomas Mann, La montagna incantata.
Ci fu un tempo in cui le stazioni turistiche di montagna accoglievano non solo sciatori ed escursionisti ma anche chi soffriva di malattie polmonari. Si pensava che l’aria vivificante delle alte valli fosse benefica e che funzionasse come un preciso rimedio.
Si
aprirono sanatori, a volte simili ad eleganti e lussuosi alberghi, nei quali i
pazienti-turisti passavano periodi piuttosto lunghi, tra cure e distrazioni.
Questi stabilimenti accoglievano una clientela piuttosto agiata, proveniente
dai ceti nobili o alto borghesi dei paesi di tutta Europa e a volte anche da
altri continenti.
Il
sanatorio internazionale Berghof, a Davos in Svizzera, è la scena di questo
romanzo di Thomas Mann. Lo scrittore prende spunto da una vicenda personale:
nel 1911, aveva accompagnato la moglie malata durante il suo soggiorno in un
centro analogo della cittadina svizzera. Cominciò un anno dopo, e la continuò
fino al 1923, la scrittura del libro.
“La
montagna incantata” narra le vicende di Hans Castorp, giovane amburghese che
arriva a Davos per rendere visita al cugino Joachim, ospite in cura. Entrambi
sono alla soglia della vita attiva, Hans per intraprendere una carriera di
ingegnere navale, Joachim per quella militare.
Il
viaggio di Hans, dalla sua città natale alle montagne svizzere è stato lungo,
attraverso le pianure della Germania e poi, sul lago di Costanza “Si passa per
differenti contrade, a monte e a valle dell’altipiano della Germania
meridionale, fino alle rive del mare svevo, e in battello, oltre il balzo delle
sue onde, al di là degli abissi in passato considerati insondabili.”
Un
viaggio che porta il giovane Hans da una realtà quotidiana conosciuta,
accettata e prevedibile, ad un’altra, nuova, fino ad allora sconosciuta e
inimmaginabile.
Ha
previsto di passare tre settimane del mese di agosto lassù in vacanza; unendo
l’utile al dilettevole: salutare il cugino e riposarsi. Una pausa per entrambi,
prima di affrontare il mondo del lavoro ma soprattutto un momento di
sospensione prima del passaggio all’età adulta.
“Due
giornate di viaggio allontanano l’uomo – e ancor più il giovane che non ha
messo che poche radici nell’esistenza – dal suo universo quotidiano, da tutto
quello che considerava come i suoi doveri, i suoi interessi, le sue preoccupazioni,
le sue speranze; lo allontanarono infinitamente più di quello che aveva potuto
immaginare nella carrozza che lo conduceva alla stazione. Lo spazio che,
vorticoso e fuggitivo si interpone tra lui e il suo luogo di origine, sviluppa
delle forze che crediamo di solito riservate alla durata. Di ora in ora, lo
spazio determina delle trasformazioni interiori, molto simili a quelle che
provoca la durata ma che, in qualche modo, le superano.”
Hans
entra in un universo ignoto e inesplorato in cui regna una particolare
atmosfera, un universo ammaliante che a poco a poco lo avvolge e lo coinvolge.
L’”ospite”, semplice turista, scopre di essere anch’egli malato; con una serie
di eventi che assomigliano al cerimoniale di accoglimento in una confraternita,
è accettato tra i seguaci. Le tre settimane si trasformano in mesi (l’unità di
misura del tempo nel sanatorio Berghof), poi in anni, sette anni, fino allo
scoppio della Prima guerra mondiale che sconvolge l’equilibrio dell’Europa ma
anche di questa microsocietà.
“La
montagna incantata” è un testo che, con ampie digressioni, scandaglia i grandi
temi del tempo, che interroga sul senso dell’esistenza attraverso un’analisi
psicologica e sociologica dei caratteri e delle azioni di personaggi
sorprendenti.
Tra
tutti spicca Lodovico Settembrini, umanista e letterato, discepolo di Giosuè
Carducci, del Carducci repubblicano e anticlericale dell’”Inno a Satana”.
Settembrini non è altri che il nipote del celebre patriota carbonaro Giuseppe
Settembrini, personaggio essenziale nella storia del Risorgimento italiano.
Lodovico Settembrini diventa un maestro spirituale per il giovane Hans, una
figura di pedagogo che, per qualche tempo, riempie un vuoto anche affettivo
nella sua psicologia: “Vorreste permettermi in futuro di esservi un po’ di
soccorso in queste esperienze e di esercitare su di voi un’esperienza
regolatrice se per caso il pericolo di qualche funesto partito preso vi
minacciasse?” Memorabili sono le tenzoni oratorie tra Settembrini e
l’originale gesuita Léon Naphta, misterioso e ambiguo personaggio. In animate
discussioni i due contendenti affrontano - esprimendo pareri opposti - temi
filosofici ed etici tendenti a definire un’ideale società umana. L’illuminista
di fronte al teista dibatte sotto lo sguardo attento del giovane Hans e, in un
primo tempo, sotto quello più perplesso e meno ricettivo del cugino Joachim,
prima che quest’ultimo decida di lasciare la montagna. Un confronto
intellettuale che avrà un tragico epilogo.
Il
tempo passa al sanatorio Berghof, velocemente volano i mesi e le stagioni, gli
ospiti partono perché guariti, a volte “disertano” (come appunto il cugino
Joachim), rinunciando a battersi contro la malattia, a volte tornano, a volte
scompaiono, - perché la morte è un tabù e deve restare nascosta agli altri
pazienti -. Parte par il Daghestan, suo paese natale, anche madame Chauchat,
l’enigmatica donna “dagli occhi di lupo della steppa” che ha saputo
conquistare il cuore di Hans e con la quale, in una serata di carnevale, egli
ha “dialogato” lungamente “in lingua straniera”.
Molte
altre sono le storie raccontate ne “La montagna incantata”, un libro che ad
ogni rilettura propone nuovi aspetti, dettagli che erano sfuggiti, passaggi che
sembravano secondari e che ci appaiono sotto una nuova luce. È un libro che, un po’ come il mondo del
“Sanatorio Berghof”, coinvolge il lettore e lo ammalia nel suo universo.
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Non ho mai letto nulla di Thomas Mann, neppure i Buddenbrook. Ogni tanto ci penso, poi rimando.
RispondiElimina"Coinvolge il lettore e lo ammalia nel suo universo". Prima o poi mi lascerò coinvolgere. Chissà.